Anche il primo dell'anno è passato e io sono anche già tornata a scuola.
La giornata è cominciata con Ati che mi sveglia prestissimo, tipo prima delle 7, quando il bus passa solo alle 7:30. Per di più ero convinta che volesse svegliarmi buttandomi dell'acqua in faccia quando invece era solo la sua mano (deliri mattinieri!)
Arrivati a scuola io vado al bar per comprare la colazione e poi salgo in classe. Peccato che quando apro la porta non c'è assolutamente nessuno anche se sono già le 8.
Aspetto un po', poi decido di andare a controllare giù se ci sia qualche cambio di aula. Niente. Cerco la classe di mio fratello. Anche qui non c'è nessuno.
Alla fine busso alla sala dei prof ed esce una professoressa che capisce l'inglese: le spiego che non so che fine abbia fatto la mia classe ne tanto meno quella di mio fratello.
Lei va a prendere il foglio delle classi, mi dice che la classe di mio fratello dovrebbe fare inglese la prima ora e allora capisco. Oggi non è mercoledì ma giovedì!
Mi precipito nell'altro edificio dove di solito abbiamo lezione di inglese. Neanche qui nessuno. Ritorno nella hall, chiedo, questa volta in ungherese, all'unica signora che c'è se sa dove sia la classe di inglese, lei mi dice l'aula, quella in cui ogni santo giovedì abbiamo lezione, quella che non ricordo mai!
Quando entro la prof mi guarda con una faccia strana, mio fratello mi chiede se ho controllato il mio telefono, ma quello è spento 5 giorni su 7.
Il nuovo argomento è "the body beautiful", come se la prof sapesse che mi considero una cicciona e volesse farmi capire per bene che il mondo intero è d'accordo con me. Quindi oltre ad annoiarmi a morte, dato che metà della conversazione è in ungherese, comincio anche a deprimermi.
Il mio proposito di usare di più l'ungherese se ne va a puttane a braccetto con il mio buonumore.
Nel break tra inglese e religione incontro la mia classe, ma nessuno mi calcola davvero, tutti presi a raccontarsi chissà cosa. Le ore passano lentamente, in quella di religione il prof mi chiede che lavoro facesse Matteo l'evangelista, dopo averci riflettuto dico che faceva l'esattore delle tasse, nell'ora di media mi addormento per almeno dieci minuti, in quella di storia , finalmente su di morale, studio un po' di ungherese.
All'uscita incontro Pao-lin, la belga, che mi chiede se voglio fermarmi a prendere una cioccolata calda con lei. Senza pensarci due volte dico di si, così va a farsi fottere anche il proposito della dieta, diciamo che quando prendo una decisione la rispetto, no?
Per la strada incontriamo Ati con i suoi amici, tra cui un ragazzo a cui piaccio a detta di Ati e Attila (con quale coraggio vorrei sapere) e allora Ati comincia a dire ad altissima voce che dovrei invitare lui a venire con noi al bar, cosa che mi ha fatto vergognare un po'.
Ci fermiamo al Csaba Center, dove fanno la cioccolata calda migliore del mondo, parliamo un po' dei nostri progetti, e mi stupisco sempre di quanto io assomigli più a Gain che è thailandese piuttosto che a lei che è belga.
Alla fine torno a casa, guardo un po' "Így jártam anyátokkal" (How I met your mother) e mi rendo conto che capisco sempre di più, poi arriva Ati con il faccino innocente di quando vuole mangiare qualcosa di mio. Questa volta era un puffancs, un panino semi dolce. All'inizio dico di si, dato che non avevo neanche fame. Poi quando scendo giù trovo le patatine fritte e la mostarda sul tavolo come a dirmi "dovrai pur mangiare qualcosa oggi, perchè non noi?". Così mi prendo il mio puffancs, anche se Ati mi aveva dato già l'abbraccio di quando gli lascio mangiare qualcosa di mio. Dopo aver mangiato il puffancs galeotto e guardato una puntata di The office con Ancsa e Ati ho fatto una delle cose più stupide del mondo.
Cosa c'è infatti di peggio, quando già ci si sente una schifezza, di andare a leggere i blog di exchanges sconosciuti sparsi per il mondo?
Allora leggo di una ragazza con dei capelli ricci bellissimi, (anche i miei lo erano, ma da qualche tempo hanno deciso di venire fuori in un modo riccio strano e obbrobrioso) e del suo fidanzato americano tutto coccole e abbracci e del loro capodanno insieme. Poi in un altro c'è la descrizione della scuola super figa e dei compagni super fantastici di un'altra ragazza sempre negli States, con tanto di didascalia sul musical "Notre Dame de Paris" che stanno guardando in francese, quando qui noi nell'ora di tedesco prima di Natale guardammo un film, "The help", in ungherese, e metà della classe era fuori l'aula oppure giocava col cellulare.
Amore e scuola, ma vado a cercarmele con lanternino?
Quando stavo in Italia avevo una classe fantastica, avevo conosciuto le persone migliori tra quei banchi. Avevamo le stesse idee, pensavamo in simbiosi, la scuola era davvero piacevole, sicura di trovare tutto quello di cui avevo bisogno.
Quando stavo in Italia avevo anche un ragazzo, con cui sono letteralmente cresciuta. Ci siamo conosciuti quando avevo 13 anni e da allora non ci siamo più lasciati, fino a qualche mese fa, quando ho deciso di lasciarlo, perchè alla fine siamo troppo diversi.
Lo so bene che è la scelta giusta, che per un giorno che stavamo bene passavamo una settimana a litigare, ma quando la sera mi metto nel letto, anche dopo una bella giornata a scuola, anche dopo aver riso e scherzato con Ati, anche dopo tutto, allora mi manca, mi manca sapere che c'è qualcuno che mi aspetta, che è pronto a sentire tutta la mia giornata, che anche in pigiama e una faccia cadaverica mi dice che sono bellissima. Mi manca essere unica per qualcuno.
La mia Tut, <3.
RispondiEliminaPenso tu sia arrivata quasi verso il punto saliente della tua esperienza, ormai sei lì da quanto tempo basta da poterti sentire in parte ungherese, ma rimane comunque il fatto che la tua cultura è un po' diversa dalla loro, la nostra cultura, quindi magari qualcosa che fa parte del loro modo di fare, non riesci a viverlo serenamente, ma ciò non toglie che a quelli là non costa nulla coinvolgerti, tsk!
Per quanto riguarda l'amore.. ahia, tasto dolente anche per la sottoscritta, beh ti dico che forse in parte è meglio che tu non abbia qualcuno là con cui fare coppietta, perché al tuo ritorno come faresti? Sapresti reggere una così eclatante distanza? E pensa che quando sarai di nuovo qui, sarai comunque una persona nuova e potrai stuzzicare l'interesse di molti! Mai dire mai, Marty. <3
Ti voglio bene. t-t
Ciao! Spero tu abbia capito chi sono. Volevo dirti due parole..leggendo il tuo blog..della tua avventura ancora da portare a termine mi hai emozionato..immagino il tuo intento sia proprio quello di rendere indelebile il ricordo della tua esperienza ed è un ottima idea. Hai avuto coraggio ad affrontare un chiamiamolo viaggio..così grande..spero ci sentiremo presto anche xk ascoltare chi come te ha da raccontare un altra vita è quasi cm esserci stato. Ti auguro di tutto cuore il meglio! A presto!!
RispondiEliminaCiao Giovanni, non preoccuparti, ho capito chi sei. Anche se all´inizio pensavo fossi Sonia :)
EliminaÉ strano che tu abbia commentato proprio questo post che é l´emblema della depressione e della crisi post-vacanze a cui tutti gli exchanges sono soggetti.
Mi fa piacere che ti piaccia il mio blog, é un modo per sfogarmi e non dimenticare le miriadi di cose che mi succedono qui.
Ed é anche un modo per far capire alle persone che andare all´estero non é scappare, non fare niente per un anno, tutto alcool e divertimento.
Io personalmente mi sento a casa e vivo come farei in Italia. Studio, esco con gli amici, litigo con i miei fratelli e parlo male dei prof con gli altri ragazzi.
Ovviamente ci sono differenze di cui devo tener conto e situazioni che non dovrei fronteggiare in Italia, ma ci sono anche piú opportunitá, come quella di essere liberi dalle influenze di chi ti conosce.
É una sfida prima con te stessa e poi contro tutti quelli che sia qui che in Italia mi guardano male. Contro chi dice che io non possa imparare l´ungherese solo perché é difficile.
Ma se poi questa sfida la vinci, capisci che a casa non potevi restarci per sempre.