martedì 2 aprile 2013

Az öreg raszta tanítja everything's alright.

Itt a tavaszi szunet vege.
Holnap van iskola megegyszer és en tenyleg nem akarok koran felebredni. Es nem akarok 7 ora iskolaban maradni se.
Tùl jò volt ez het.
Ok, talan nem az egesz het, de sok szorakoztam mikor Busevel ki mentem.


Forse non dovrei scriverlo in ungherese questo post.
Decisamente no!
Allora domani si torna a scuola dopo una settimana di vacanze di primavera e proprio non c'ho voglia di ritornare a scuola ad annoiarmi per 7 ore domani.
La prima parte è andata alla grande con Buse e gli altri exchanges.
Ho passato tantissimo tempo con la mia kanka facendo tutto quello che ci passava per la testa, come per esempio la manicure. Non nego che le mie unghie ora siano fighissime ma credo sia una cosa troppo femminile per me cuocermi le dita manco fossero zampe di pollo. Somiglianze con animali appetitosi a parte è stato un modo per conoscerci meglio, alla fine siamo amiche da poco tempo, anche se ogni volta che stiamo insieme sto benissimo. E sono anche andata ad una lezione di salsa. Non è stato così terribile, ma sono spaventata a morte dal maestro che è un palestrato enorme che non ispira nè simpatia figuriamoci voglia di ballare con lui.
Tra attacchi di femminilità e chiacchierate al bar se ne sono andati 4 giorni. Venerdì Buse e Orhan sono andati ad Oroshaza per il compleanno di Emre, un altro ragazzo turco che mi sta tanto simpatico per via del suo essere se stesso. Ha una personalità forte e non si lascia condizionare dagli altri molto facilmente. 
Io invece sono rimasta a casa, essendo cattolica il venerdì Santo è un giorno sacro e quindi non ho mangiato.
Sabato la mia famiglia è partita per andare a trovare i genitori di mamma e io sono dovuta restare a casa dato che non c'era abbastanza spazio in macchina.
I preparativi sono cominciati di mattina con tutti i miei fratelli che strillavano in tutta la casa per preparare le borse e io invece che non sapevo cosa fare. 
Quando se ne sono andati mi sono sentita un po' sola però la domenica di Pasqua sono stata con la nonna ed abbiamo preparato insieme il pranzo. A tavola però abbiamo mangiato pochissimo e siamo rimaste un sacco di tempo a parlare.
La sera siamo anche andate in chiesa, una chiesetta cattolica stupenda.
E' interamente affrescata come la Cappella degli Scrovegni e alla fine della messa il prete è andato alla porta e ha salutato tutti personalmente. Però era il suo compleanno, quindi non so se lo faccia sempre o sia stato solo per questo.
Comunque abbiamo parlato e mi ha invitato a tornarci.
Sulla strada del ritorno ha piovuto tantissimo e ci siamo fatte tutte bagnate, ma ho visto tre rane, le prime della mia vita.
Lunedì è stato un giorno strano, mi sono svegliata con la stessa ansia dei bambini il giorno della vigilia di Natale, quando aspettano che arrivi Babbo Natale.
Io aspettavo la mia famiglia. Volevo i miei fratelli e i miei genitori, e volevo che gli fossi mancata, che mi chiedessero come stessi e che mi raccontassero cosa avessero fatto.
Mi ero quasi preparata per loro, ero in soggiorno invece che nella mia stanza, come ad invitarli a parlare con me.
Ma le aspettative non si sono realizzate, quando finalmente sono arrivati erano tutti stanchi dal viaggio, e dopo un "ciao" biascicato ognuno se ne è andato nella sua stanza ad accendere il proprio computer, a continuare la loro vita.
Inutile dire che il resto della giornata è passata in compagnia del mio pc, dato che non c'erano alternative.

Sento che c'è qualcosa di sbagliato in questo. Qualcosa che assomiglia nell'essere nel posto sbagliato.
E' l'ombra delle attenzioni mancate.
Ma sento che c'è ancora spazio per qualcosa di buono, si intravede la fine ma è ancora lontana.
Anche perchè alla fine tutto andrà per il meglio.
E se non va per il meglio non è la fine.


lunedì 25 marzo 2013

Marcius 25. Meg mindig hò.

I don't know if I should start worry about it or just enjoy the moment.
Snow. Snow the 25th of March.
My lovely snow which came to raise up my day. My shity day.
Everything started this morning, at 7:30. And if I consider that when I had to go to school I woke up at 8:50 you could understand how painful it was for me, the first day of the spring break.
But I had to go to school because there were the trial of the english exam.
Or at least it was supposed to be.
Both my brothers had it at the same time 8:45, but I didn't receive any email, so I was there to check.
The first woman at whom we asked for my oral test just got angry because of my surname and she didn't find me in any list.
So we had to go in an other office in my school, where Ati explained that I received a phone call at which I answered saying to be italian and not understand what exactly he was asking me.
But everyone else received an email, so why exactly me??
Anyway there the woman asked who was this "Martina" and I said "it's me" and she got upset because Ati was explaining for me even if I was there, even though she was barely understanding what an hungarian boy was saying.
At least she said us that my oral part was supposed to be at 16:45, so I woke up early for nothing.
I really got angry because everyone treated me so bad just because my brother once in a while was trying to help me. But everytime I try to talk with them they just complained of not understanding trhough my accent.
So, I went home, I saw a lot on NCIS episodes just to start to think in english and not in hungarian and I ate my delicious fish sauce that everybody here seams to hate.
At 13:00 I went out to take my bus for the centre and in that moment in started to snow. It was a really little fall of snow, but still can make me smile. I guess I discovered what the magic dust in made from: it's just snow!
But the magic lasted untill I got into the school. There I felt once again unconfortable and my brothers' friends who stared at me when I was talking in english didn't help me.
Finally we had the written part, which was really simple and even too short for a B2. But the rest of the group seemed to need all the time the teacher gave us.
After I had my oral part and the teachers seemed to be astonished by my fluency. They suggested me to try a C1 exam because I would be able to pass it.
At the end of the exam a teacher asked me if it was normal for italian students to speak such a great english but I explained her that it's more like a survival skill I developped when I arrived here in Hungary.
That was a great moment, even because english has not always been my big friend.
On the way home I found Ati and Csabi on the bus and Ati was strangely happy and eloquent.
Snow continued to fall, everything was of a wonderful and delicate white. White like happiness I guess.

P.S. Ati drawn a smile on my medium nail, so I can send peple to fuck nicely :)

mercoledì 20 marzo 2013

Flusso di coscienza.

Non so esattamente come cominciare questo post.
Ad essere sincera non so neanche come continuare e la fine mi é sconosciuta.
So solo che mi sento " fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori dai".
Credo che nell´ultima settimana abbia trovato l´animo giusto per apprezzare a pieno "Non é tempo per noi" di Ligabue, che non mi era mai stata davvero bene addosso.
Ma ora sento che non é tempo per me.
Che ci sono "calendari a chiederci se stiamo prendendo abbastanza".
É la paura a poco piú di tre mesi dal ritorno.
La paura che ti danno tutte quelle domande che continui a farti e a cui non riesci a dare risposta.
La paura di aver tralasciato, trascurato quacosa.
La paura che ti da una notizia inaspettata.
La paura che hai quando di notte piangi e nessuno viene a consolarti, anche se dall´altre parte del muro é sveglio.
Ormai l´ho capito che da sola non vado da nessuna parte.
Ho provato ad essere autonoma, indipendente. Ho provato ad asciugarmi le lacrime da sola e dire "va tutto bene", ma poi ho capito che tornare a casa e non trovare nessuno con cui parlare mi faceva piú paura di perdermi per Budapest la prima volta che ci andai da sola, quando non sapevo ancora parlare l´ungherese.
E non lo so se questo vuol dire che non sono cresciuta, che ho ancora bisogno che qualcuno mi aiuti, ma so che io non ce la faccio a essere la ragazza silenziosa che se ne sta in disparte sempre da sola. Io i miei problemi non li riesco ad affrontare da sola. E che senso avrebbe restare da soli quanto hai bisogno d´aiuto se poi per essere veramente felice hai bisogno che qualcuno festeggi con te?
É davvero sbagliato bussare a tutte le porte che incontri per cercare un altro cuore che guarisca il tuo, tanto strano sentire il bisogno di una mano sulla spalla quando sei scossa dai sighiozzi?
Ho capito che il mio tanto adorato mondo bello e vario vuol dire che c´é gente che può fregarsene di me anche se io ho bisogno di loro, che sono liberi di ferirmi, di ignorarmi. Liberi di essere se stessi e liberi di voltarmi le spalle.

mercoledì 13 marzo 2013

Jorge Mario Bergoglio

«Fratelli e sorelle buonasera, voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma e sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo alla fine del mondo...ma siamo qui»
Le prime parole del nuovo papa, Francesco, mi hanno colpito.
Prima di tutto quel "buonasera", un modo semplice e umano per salutare quelle migliaia di persone in piedi lì da ora ad aspettare lui.
Niente paroloni o grandi frasi, solo la gentilezza di un semplice uomo che si definisce "vescovo di Roma" e mai "Papa."
Un uomo che comincia il suo papato pregando insieme ai fedeli e poi chiedendo che si preghi per lui.
"Dobbiamo sempre pregare per noi, gli uni per gli altri."
Umiltà, semplicità, dolcezza.
La chiave giusta per ripartire. Ridare una nuova figura alla Chiesa, per tutti quelli, un po' come me, che a volte fanno fatica a trovarci il nesso tra quello che viene detto e quello che viene fatto.
Spero che questo sia solo l'inizio di bei giorni, così come una volta un prete disse "non vi auguro che oggi, il giorno del vostro matrimonio, sia il giorno più felice della vostra vita, bensì che da ora in poi viviate felici così come oggi."
Io, intanto, prego.

domenica 10 marzo 2013

"Gyere kanka" "De most ki ez kanka?" "Mindenki kanka, de te nem, te olasz vagy!"

Lo ammetto, non ci sono stata molto in queste settimane.
L'ultimo aggiornamento era su "Les Misèrables".
Il lunedì successivo sono andata al teatro con la nonna dato che il mio professore di musica mi aveva dato due biglietti per lo spettacolo del 25 febbraio.
Era un concerto di fiati e tra i musicisti c'erano anche due ragazze della mia scuola.
La parte migliore è stata quando hanno suonato le musiche del "Fantasma dell'Opera", c'era anche un ballerino vestito da fantasma che dava le rose alle donne sedute in prima fila sulle note di "The point of no retourn".
L'unica nota fuori luogo è stata una coppia che ha cantato una canzone di Ricky Martin...
Dopo il concerto la nonna voleva portarmi al McDonald's, proprio come faceva la mia nonna in Italia ma oltre a non aver fame il nostro bus stava per arrivare.
Mercoledì è stato il compleanno di Gabor e io ho preparato il tiramisù secondo la regola italiana che ognuno regala quello che di meglio ha.
Giovedì quindi l'ho portato alla lezione di ungherese ma non è stato l'unico dolce che ha ricevuto, infatti anche altri ragazzi hanno preparato dei dolci per lui che poi hanno mangiato tutti insieme, io devo aspettare la fine di marzo per ritornare a mangiare dolci, dato che sto facendo il fioretto della quaresima.
Sabato sono uscita con Blanka, una ragazza tenerissima della mia scuola con cui ho parlato più o meno tre volte ma che comunque, quando ha saputo che sarei rimasta a casa il sabato sera mi ha subito invitato ad uscire con lei.
Siamo andati in un bar, Golya söröző, dove c'erano tantissimi ragazzi, molti dei quali fermamente convinti di avermi visto a scuola, mentre io ignoravo della loro esistenza.
Sono stata talmente bene da dimenticarmi di controllare l'orario e sono tornata a casa con mezz'ora di ritardo, ma mamma non si è arrabbiata!
Domenica pomeriggio ho fatto una videochat lunghissima con la mia Tut, Anna e Adriana e c'è stata una parte divertentissima quando loro cercavano di leggere il mio post in ungherese con un accento stranissimo e ho trovato Ati ed Ancsa fuori alla porta a ridere fino alle lacrime.
In questa settimana non è successo niente di davvero importante, oltre al fatto che mi sono iscritta in palestra e mi sono lasciata convincere da Balu a provare una lezione di salsa.
Questo week end invece è stato memorabile.
Venerdì è stata la festa della donna, che avevo del tutto dimenticato.
A scuola però ho visto tantissime persone camminare con mazzolini di fiori talmente piccoli e timidi da farmi pensare a tutti gli enormi mazzi di fiori che Raf mi comprava quando ero in Italia ma che non hanno mai significato niente per lui.
Comunque anche io ho ricevuto il mio fiore dai ragazzi della mia classe. 
Durante la seconda pausa hanno portato un mazzo di fiori enorme in classe e ogni ragazzo ha dato un fiore a ciascuna ragazza della classe e anche a tutte le professoresse.
E' stato un bel momento, anche perchè Màtè, un mio compagno di classe è stato "costretto" a rivolgermi la parola per darmi il mio fiore.
Ma le sorprese non sono finite.
La sera ho incontrato gli altri exchanges, Buse, Orhan e Gain che ho finalmente rivisto dopo un paio di settimane.
Quando sono arrivata avevano in mano due mazzi di fiori e una bottiglia di champagne e alla domanda "dove andiamo?" ci hanno risposto "sorpresa!"
Alla fine ci hanno portato al parco, ci hanno dato i fiori, abbiamo aperto lo champagne e abbiamo passato una delle migliori serate fino ad ora, sotto una pioggerella sottile che faceva cantare gli alberi e inondava l'aria dell'odore dell'erba e della vita.
Credo che non avrei potuto trovare ragazzi migliori con cui condividere la mia vita qui. Siamo talmente diversi e talmente uguali, come solo degli exchanges possono esserlo.
Quella notte Buse ha dormito da me perchè il giorno dopo avevamo in programma di stare insieme ma non aveva come venire in città.
Siamo crollate sul letto una volta a casa e il giorno dopo ci siamo svegliate tardissimo, siamo arrivate in centro solo poco prima delle 12 e siamo rimaste lì fino alle 4 cercando tutto l'occorrente per il grande party di sabato sera.
Eravamo state invitate ad una festa a casa della nuova famiglia ospitante di Ryuji, con tutti i compagni di classe del nuovo fratello ospitante, tra cui anche Gain ed Orhan.
Ho comprato le scarpe più alte della mia vita e dopo dieci minuti ai piedi ho cominciato anche a rimpiangere i miei vecchi scarponcini, però è stato divertentissimo fare shopping con Buse.
Tornate a casa ci siamo riposate un po' e alle 8 siamo andate a prendere il treno.
Siamo state le ultime ad arrivare ma i ragazzi sono stati tutti socievoli e siamo stati il centro dell'attenzione per buona parte del tempo. L'unico problema è stato che tutti erano scalzi e quindi le mie scarpe nuove e bellissime sono rimaste abbandonate tutta la sera. A parte questo mi sono divertita tantissimo, soprattutto quando i ragazzi provavano a parlare in italiano.
I TAXI SONO QUI!!

martedì 26 febbraio 2013

Do you hear the people sing, singing the song on angry men?

Csütörtökön megnéztem "A nyomorultak".
A legjobb film 2012-ben.
A történet egy emberröl szól, Jean Valjean, aki lopott egy darab kenyeret mert éhezett. 19 év börtönben utàn, végül szabad lett.
De a társadalom nem segìt és ezért lop mégegyszer egy paptòl aki, pedig, megbocsàt neki.
Jean Valjean egy ùj eletet kezd, de Javert, a rendőr, nem hiszi hogy az ember változhat.
Jean Valjean módosítja a nevét Madeleine ùrra és segìt Cosettenek, egy szegény postituàlt lánynak aki a Thénardiereknél lakik, akik egy rossz pàr.
Együtt boldogan élnek Parizsban.
Évek után Cosette talalkozik Marius Pontmercyvel, egy forradalmárral és szerelmesek lesznek.
A làzadàs közben Jean megmenti Mariust aki tud hozzámegy Cosettehez.
A történet végén Javerte öngyilkosságot követ el és a Jeane békésen hal meg.

A kedvenc karakterem Eponine, Thènardier lànya aki szerelmes Mariusba.
Nagyon szomorù mert az életeben nincs csalàdja és szerelme sem.
Cosette àrva de Jean lesz az apja és Marcus szereti őt, de Eponine még magànyos.
Szomorù voltam Javert miatt is. Ő nem rossz volt, csak tùl szigorù.
Az egèsz film nagyon jò volt, csodàlatos

mercoledì 20 febbraio 2013

Egy kihívás

Non si ci può fermare all'idea che il mondo è questo, il mondo può cambiare.
 Questa frase me la ripeto ogni giorno prima di uscire, quando ho un sorriso smagliante sulle labbra e mi sento pronta a creare il mondo che voglio.
Prima che la realtá mi dia il buongiorno con un uno schiaffo in piena faccia, praticamente prima che arrivi a scuola.
Poche storie, devo ammettere che la scuola qui rappresenta la realtá. tutto quello che non vorrei. L'indifferenza dei compagni di classe, il dito puntato sulla tua diversitá, l´incapacitá di accettare il mondo fuori dall´Ungheria, l'ungherese e quanto piú familiare ci sia per loro.
É qui che lotto ogni giorno, armata della mia diversitá, della mia italianitá.
Perché italiano non é solo la pizza, i gesti di quando parliamo e il rumore che portiamo ovunque andiamo.
Italiana é quella positivitá che ti viene da dentro e inonda tutto quello che hai intorno.
Italiano é quel sorriso che riservi a tutti, perché ti hanno insegnato che il saluto é degli angeli e non bisogna negarlo a nessuno.
Italiana é la tenacia di chi ogni giorno vive al sud Italia, una terra piena di problemi e di risorse e cerca ancora di salvarla, di cambiarla, di valorizzarla.
Italiano é l´ ingegno che usiamo per risolvere i problemi, quando non capisci cosa ti dice la gente.
Italiana é la curiositá di saperne sempre di piú, di conoscere per crescere, non per il test di giovedí.
Italiana é quella parte di me che ogni giorno guarda quella classe che di me proprio se ne frega e pensa: io ce la faró.

eriparole.it/aforismi/vita/frase-176758?f=t:16>

lunedì 18 febbraio 2013

A képesség, hogy azt làssa az ember, amit a többiek nem làtnak, sokkal fontosabb, mint nem làtni azt, amit mindenki làt.

Sono di una pigrizia esagerata. Ecco perchè invece di scrivere ho ben pensato di fare un video per parlare del mio fine settimana a Budapest. Enjoy it!


Sabato


















Foto "thailandese" alle 8 di mattina nell'Arena Plaza vuota.


           
 










L'interno del ristorante messicano. La foto non rende tantissimo, era un posto figo. Sul serio.



 
 
 




                                                                                       






Il Danubio di notte visto da Margit hìd. Per fare la foto sono stata in piedi su un muretto di pietra sul ponte, molto trasgressiva.






Domenica
                


       
  Questo era il tavolo di lavoro di "vegasztromània", ci sono hamburger vegani, salsicce vegetariane, verdure varie e la marmellata di cipolle.                




Questa è la reazione dopo aver ricevuto l'hamburger. Era buonissimo. Sul serio.  










Panino vietnamita pieno di verdure mangiato al "Funky pho".



Cucina fancy. Dolce che non so dire che gusto avesse dato che non ho potuto assaggiarlo.
La salsa chimi-churri era buona ma non ho una foto.


Cibo etiope. Pollo, verdure, cereali, turo (bleah) e pane. Se l'immagine è bella il sapore era meglio.

 







Carote in un bagno di salsa rosa. Sfido a dire che non è la cosa più strana del mondo, e io l'ho mangiata u.u                                                                                                


Particolare della tavola del thè con Alice.
Il thè alla cannella aveva un odore intenso e un colorito appetitoso, ma il sapore lasciava a desiderare.





 Dulcis in fundo la foto con il cappellaio matto! (nome cercato su google)
Io e Ancsa stiamo ancora pensando se sia ungherese o meno, ci ha parlato in inglese e ungherese, entrambe le lingue con uno strano accento.
E mi ha sorriso. Solo a me. Nel senso, è stato con la faccia da tizio matto tutto il tempo ma a me ha sorriso!



domenica 10 febbraio 2013

Emberek

Tùl sok dolog van, amit akarok meselni.
Ez het vege nagyon jòl volt.
Penteken volt Paolin szulinapja és akkor meglepetés bulit szerveztnak neki.
A nagyobb meglepetés volt hogy Paolin nem volt oda. Ott maradtunk 10-ig de ő nincs.
Nekunk volt egy nagyon jò este de sajnalom hogy Paolin nem volt velunk.

Ci sono tante cose che devo raccontare.
Sabato era il compleanno di Paolin e allora le avevano organizzato una festa a sorpresa.
Ma la più grande sorpresa è stata che Paolin non è venuta, l'abbiamo aspettata fino alle 10 ma lei non è arrivata. 
Per noi è stata una bellissima serata ma sfortunatamente Paolin non era con noi.





Tegnap és ma volt a "Mid-stay camp" Békéscsabàn.
37 cserediàkok és sok önkéntesek.
Talàlkoztam sok emberekkel, mindenki nagyon kedvesek és aranyosak.
Probàltam beszelni magyarul és nem tùl nehèz volt nekem, a csoportom én fordittam a masik fiùknak.
Talàlkoztam egy nèmet fiù, Clemens, aki tudja franciàul és aranyos volt.
És az àzsiai fiùk, nagyon nagyon cuki!


Ieri e oggi c'è stato il "Mid-stay campo" a Békéscsaba.
Eravano 37 exchanges e tanti volontari.
Ho conosciuto tante persone, e tutti erano simpatici e carini.
Ho anche provato a parlare in ungherese e non è stato tanto difficile per me, nel mio gruppo di lavoro traducevo per gli altri ragazzi.
Ho conosciuto Clemens, un tedesco, che parla il francese ed era bellissimo parlare con lui.
E i ragazzi asiatici sono tanto tanto dolci!                                                                                    

 Clemens: Nèmetorszàg
















Satura: Thaiföld



Nagyon boldog voltam amikor talàlkoztam az olasz lanyok. Lehet beszelni olaszul, de most van a furcsa ékezetem.
Van egy lany, Sara, aki Debrecenben lakik és nagyon hiànyzik. A masik lanyok cuki vannak is, de ő az kedvencem!

Sono stata contentissoima quando ho incontrato le altre italiane. Posso parlare italiano anche se ora ho un accento strano.
C'è una ragazza, Sara, che vive a Debrecen e mi manca tanto. Le altre ragazze sono tenere ma lei è la mia preferita!






Sara: Olaszorszàg
 
Delutànban volt egy komoly idő. Csoportokban beszeltunk ezek honapokről, jò és rossz dologok. Utàna mindenki együtt voltunk és volt a vicces idő. 
Mindenkinek volt egy lap a hátán amire kedves dolgokat irtak róla.
Sokat ìrtam ès a lapom egesz volt. 
Egy nagyon jò érzés olvasni jò sòr.
Az este is vicces volt. Elveztem azt!

Di pomeriggio c'è stato un momento serio. Nei gruppi abbiamo parlato di questi mesi, delle cose belle e di quelle brutte.
Dopo eravamo tutti insieme e c'è stato un momento divertente.
Ognuno aveva un foglio dietro la schiena e chi voleva scriveva qualcosa di carino su di te.
Ho scritto tanto e il mio foglio era pieno.
E' davvero una bella sensazione leggere quelle belle cose.
 Anche la sera è stata bella. Me la sono goduta.


Nut: Thaiföld
Mayu: Japan





Ma reggelt esett az hò és jàtszottunk a hòban.
Nagyon jò volt mint mindig.
De tùl rovid volt. Nincs idő: van vizsga.
Nagyon nehèz volt, mindenkinek.
Nem volt a legjòbb dolog nekem, mert benànak éreztem magam.  Az iràsbeli tùl nehèz volt. Kaptam csak  40/60, de a szóbeli elég jò volt: 83/100.
Vizsga utàn az önkéntesek jutalmaztak a legjobb "AFS konyvek". Gain, Ryuji és Emre, török fiù, harmosok voltak. Marisa, egy olasz lany, kettès volt és én voltam az egyes. Nagyon bolgog 
voltam!.


Alice és Lena: Nèmetorszàg


Questa mattina ha nevicato e siamo andati a giocare fuori. E' stato bello come sempre. 
Ma è stato troppo breve. Non c'era tempo: c'è l'esame. E' stato difficile per tutti.
Non è stato il momento migliore per me, perchè mi sono sentita un'idiota. La parte scrittas era davvero troppo difficile. Ho preso solo  40/60, ma la parte orale è andata abbastanza bene: 83/100.
Dopo l'esame i volontari hanno premiato i migliori "libri di AFS".Gain, Ryuji e Emre, un ragazzo turco, hanno vinto il terzo posto. Marisa, una ragazza italiana ha vinto il secondo posto e io ho vinto il primo posto. Sono stata davvero contenta!

Ebed utàn mindenki hazamentek. Szomorù volt mondani "viszlàt" mert nagyon tetszett a cserediàkok.
Egy csalàd vagyunk.
Egy csalàd amit én imadom!

Dopo pranzo siamo tornati tutti a casa. E' stato triste dire "arrivederci" perchè mi piacciono tanto gli exchanges.
Siamo una famiglia.
Una famiglia che adoro!

Ryuji és Kioto: Japan.


lunedì 4 febbraio 2013

Szeretnek egy cimet talàlni.

Tegnap este kimentem a cserediàkokkal.
Velem volt Buse, Orhan, Naomi, az ùj lany Kolumbiàbòl, és Rebeka, Naomi hùga.
New York Sörözőben voltunk.
Ettunk egy pizzàt és én rendeltem mindenkinek.
A sörözőben nem volt sok ember, de volt egy fiù, Geri, akivel talalkoztam SuLinkban. A többi lány nagyon kedvelte őt, és vicces volt amikor vele beszelgettem mindenki csak őt nézte.
Naomi nagyon rendes làny, és sok magyar szòt tud annak ellenére hogy ez csak az első hete itt, Magyarorszagon.
Az este jò volt, Orhan mindig nagyon vicces és Buse a legjobb lany a vilàgon.
Én és Buse maradtunk 9-ig de a többiek hazamentek 8:30kor.
Esett a hò és akkor kimentunk, és csinaltam sok kepet.
Mi imádjuk a havat. Minden nagyon szép.
Probaltam hòpelyhet enni, vicces volt, de utàna vizesek lettünk.
Az este nem volt tùl hosszù de nagyon jò volt.
Ahogy Buse mondta: "It's amazing!"

Ati jegye: 4= (mert cserediàk vagyok)

Ieri sono uscita con gli exchange, Buse e Orhan, la nuova ragazza colombiana Naomi e sua sorella ospitante Rebeka.
Siamo andati in un bar e abbiamo mangiato una pizza. Io  ho ordinato per tutti, in ungherese, è la sensazione migliore del mondo capire tutto quello che qualcuno ti dice.
Nel bar non c'era tanta gente, ma c'era un ragazzo, Geri, che avevo conosciuto allo SuLink e che devo ammettere che è molto carino, anche se è quasi più basso di me.
Comunque tutte le ragazze sbavavano dietro di lui e quando mi ha salutato e ci siamo messi a parlare sonno rimaste con la bava alla bocca a fissarlo.
Naomi è molto simpatica e per essere la sua prima settimana qui in Ungheria conosce tante parole in ungherese.
La serata è stata piacevole tra le stupidaggini di Orhan e le chiacchiere con Buse, è davvero la persona migliore del mondo.
Quando gli altri se ne sono andati, e io e Buse siamo rimaste sole siamo uscite fuori perchè nevicava e abbiamo fatto tante foto. La neve è figa.
Abbiamo pure cercato di mangiare i fiocchi di neve, e sicuramente la gente che passava ci avrà guardato male mentre stavamo a testa in sù con la lingua di fuori.
Ma tanto siamo un po' pazze, sarà l'exchangeness che è in noi, e come dice Buse: "It's amazing"

Bhè si le parole non sono le stesse, ma il concetto è quello.
"Ati jegye" è il voto che mi ha dato Ati dopo aver corretto la parte ungherese, considerando che sono una exchange.

 Buszke vagyok magamra!

domenica 3 febbraio 2013

Kerek egy kepet Pistaval

"Egy diaki oda vissza jegyet Pestre kerek!"
("Vorrei un biglietto studenti andata e ritorno per Budapest")
Alle 8:10 è cominciata così la mia giornata ieri.
Un biglietto e una destinazione: la capitale!
Non è stata la prima volta che sono andata lì, ma questo viaggio è stato pieno di "prime volte" e di traguardi.
Il traguardo di comprare un biglietto da sola in ungherese, e dire in modo decente "jegyet".
La prima volta che viaggio completamente sola.
La prima volta che parlo con uno sconosciuto senza che debba ripetere o spiegare in inglese perchè mi capisce perfettamente. 
Il traguardo di guardare tre episodi di NCIS in inglese nelle due ore e mezza di treno.
Arrivo alla stazione Keleti a Budapest e trovo Bence lì che mi aspetta.
Non so bene che lingua parlare, provo con l'ungherese ma lo mischio con l'italiano e linglese.
Piove, ma non sono quattro gocce d'acqua a fermarci. 
Prima tappa: via Pàl. Quella del libro.
In realtà non c'è molto da vedere. 
La strada è abbastanza piccola e ci sono i soliti palazzi antichi.
Ma quella che cerchiamo non è proprio via Pàl bensì via Pràter, dove c'è una statua dedicata ai ragazzi della via Pàl.
La statua è bellissima, sembra che i bambini siano reali.


Sono le 12 ed abbiamo fame. Piove e rifugiarsi al caldo non è un'idea così malvagia.
Seconda tappa: Istanbul etterem. Ristorante turco.
I tavoli sono bassi e ci si siede sui cuscini per terra.
Ordiniamo il gyros e un narghilè.
Il gyros, che è la carne del kebab, era buonissimo. C'era carne di agnello e bue, riso, insalata, pomodori, della verdura viola e la pita. Ed ovviamente la salsa bianca. Anche il narghilè ha un sapore particolare e gradevole, melone se ricordo bene.
Dopo un ora lì decidiamo che è ora di andare.



Terza tappa: Hősök tere, La piazza degli eroi.
Al centro della piazza c'è la statua di Arpad, il capo della tribù che si insediò nel territorio che oggi è l'Ungheria nell'896.
Tutto intorno invece ci sono le statue di tutti i re ungheresi. 
Il primo è Szent Istvàn kiràly, re Stefano santo, il mio re preferito. 
Poi c'è Szent Làszlò kiràly, suo figlio. 
Tra tutti gli altri che c'erano ricordo anche Matyas kiràly, il re giusto.
La piazza è stata costruita nel 1896, durante il millenario dell'insediamento della tribù di Arpad.







Quarta tappa: Szent Istvàn bazilika, la basilica di Santo Stefano.


Quando siamo arrivati mi sono resa conto di averla già visitata, quindi abbiamo scattato qualche foto da fuori e poi abbiamo continuato a camminare. Mentre camminavamo abbiamo trovato un'altra statua, quella di un poliziotto credo.

Abbiamo fatto un sacco di foto stupide, e un sacco di gente ci guardava con una faccia strana e divertita, ma tanto siamo exchanges!
I viali di Budapest sono bellissimi, gli edifici sono così eleganti che la pioggia e il cielo grigio non possono intaccare la loro bellezza.
Per strada poi ci sono pochissimi turisti, forse per il mal tempo.
Finalmente arriviamo sul Danubio. 
Il Danubio è il confine tra Buda, la città antica, e Pest, la città moderna. Fino ad ora eravamo rimasti a Pest. Per arrivare a Buda dobbiamo attraversare uno dei tanti ponti che collegano le due parti della città.



Quinta tappa: Lánchíd, il ponte delle catene.
Lo attraversiamo a piedi anche se potremmo prendere un bus. 
All'entrata del ponte ci sono due leoni, e la leggenda narra che lo scultore dopo aver terminato le sculture si rese conto di essersi dimenticato di fare la lingua e per questo si buttò nel Danubio, dove morì.
Al centro del ponte c'era un vento fortissimo e ci siamo bagnati tantissimo.
Poi però siamo arrivati e siamo saliti fino sulla collina.


Sesta tappa: Budai vàr, il castello di Buda.
Devo ammettere che da lontano è molto più bello perchè si vede l'insieme e quindi è molto scenografico.














Poi però andiamo nel mio posto preferito.
Settima tappa: halászbástya, il bastione dei pescatori.
Qui incontriamo un tizio strano, un italo-cileno leghista che non se ne vuole più andare, poi però quando finalmente si scolla mi godo il paesaggio.
E' il posto più bello che ho visto fino ad ora, e credo che lo resterà.
Per scendere dalla collina prendiamo un bus che profuma di arancia, e se penso che non ho pagato neanche il biglietto per salirci mi sento davvero fortunata.
E' metà giornata e siamo abbastanza stanchi.
Decidiamo di entrare in un bar per prendere una cioccolata calda e registrare un video per i nostri amici in Italia. Entriamo in un bar random che però non ha la cioccolata ma solo vino caldo. Quindi andiamo da un'altra parte.

Ottava tappa: bar random a Buda, dove beviamo una cioccolata calda che fa pena, praticamente latte e cacao. Facciamo il video anche se è davvero buio e quindi non si vede molto, però è divertente.
Poi torniamo a Pest, il ponte illuminato è bellissimo, magico.
Il mio tempo sta quasi finendo, tra meno di due ore devo tornare alla stazione.
Nona tappa: Szendvicshàz, la casa dei sandwich.
Ci sono stata con mia sorella e i panini sono buonissimi, anche questa volta prendo il panino al pollo con miele e mostarda.
Ultimissima ora, dove si va? 
Decima tappa: Arena Plaza. Il centro commerciale. Andiamo in libreria e compro il secondo volume di "Simple hungarian" il libro che uso per migliorare l'ungherese.
Trovo anche l'ultimo libro di Kenn Follett in inglese, però costa tantissimo ed è un mattone, quindi non lo prendo, almeno per ora..
E' ora di andare, devo tornare alla stazione.
L'ultimo quarto d'ora lo passiamo sul treno, Bence aspetta con me che il treno parta. Si fa ora, saluto Bence, il treno parte, torno a casa.
E' stata una giornata bellissima, sono distrutta, mangio il panino che ho comprato e poi ascolto un po' di musica. Dopo due ore e mezza arrivo alla stazione di Bekescaba, o almeno lo spero, dato che non ci sono insegne abbastanza grandi e luminose da essere leggibili dal treno. Scendo e non c'è nessuno, mi trovo tra i binari e non so come arrivare dall'altra parte, comincio a camminare e trovo dei signori che stanno caricando dei pacchi sul treno, vedo che devo arrivare dall'altra parte del treno. Risalgo e scendo dal lato giusto.
Ma anche qui è tutto buio e non so dove sia l'uscita, giro un po' e sto per avere un attacco di panico. Ma poi finalmente trovo l'uscita e fuori c'è mamma che mi aspetta, sorridente. "Jò volt?" "Persze!"


martedì 29 gennaio 2013

Választások


Mától próbálok írni magyarul is. Tudom hogy ez nehéz de akarok jòl beszélni a legnehezebb nyelv Európában.

+159 nap.
Mától több napot voltam itt, mint amennyit lenni fogok. 
Olyan gyorsan teltek ezek hónapok. Sok mindent csináltam, próbáltam és tanultam. Nem mindig volt könnyű. Néha magányosnak éreztem magam. Az élet a cserediákként furcsa. Túl sok érzelem. De a cserediák élete a legjobb. Fel lehet fedni egy új világot. Fel lehet fedni valami újat magadban. Lehet próbálni írni és beszélni egy új és komplikált nyelvben, és nyilvánvalóan lehet nevetni a furcsa ékezeteken. Az igazság az, hogy ebben az évben tanuljuk meg a helyes utat élni: minden pillanat fontos.
Nem számit mit csinalsz, csak próbáld élvezni.
A legjobb èletet èlem a vilàgon, az enyem!
Köszönöm Magyarország!

De Úristen, a magyar túl nehéz.


Da oggi provo a scrivere anche in ungherese. Lo so che è difficile ma voglio imparare a parlare per bene la lingua più difficile d'Europa.

+159 giorni.
Da oggi ho vissuto più giorni qui di quanti me ne restino da vivere.
Questi mesi sono passati così velocemente. Ho fatto, provato ed imparato tante cose. Non è sempre stato semplice. A volte mi sono sentita sola. La vita degli exchanges è strana. Ci sono così tante emozioni. Ma la vita degli exchanges è anche la migliore. Puoi scoprire un nuovo mondo. Puoi scoprire qualcosa di nuovo in te stesso. Puoi provare a scrivere e parlare in una lingua nuova e complicata, e ovviamente puoi ridere del tuo accento buffo. La verità è questa, che in quest'anno impariamo il modo migliore per vivere: ogni minuto è importante.
Non importa cosa fai, prova solo a godertelo.
Sto vivendo la migliore vita del mondo, la mia!
Grazie Ungheria!

Ma santo cielo, l'ungherese è troppo complicato.

sabato 26 gennaio 2013

Nézd csak, mi ez? Ez a vilàg!

Non ho mai creduto davvero alle concidenze, al "se deve succedere succede" di mia madre, al "destino scritto da altri altre vite fa" del Liga.
Però a volte succedono cose strane, come se qualcuno ti volesse dire qualcosa.
Quando a febbraio scoprii che sarei partita per l'Ungheria feci quello che qualsiasi ragazzo farebbe: cercai la pagina Facebook di AFS Hungary.
I mesi passarono ed il 31 luglio arrivò anche il dossier della famiglia e della città in cui sarei andata ad abitare: Békéscsaba.
Così cercai ancora una volta su Facebook tutto quello che poteva interessarmi, aggiunsi tutta la mia famiglia e cercai la pagina Facebook del mio centro locale. Fu davvero una sorpresa scoprire che quella pagina l'avevo già trovata, esattamente il 24 febbraio.
Quindi mentre io aspettavo ansiosamente (Marilù ha dovuto dirmi come si dice in italiano, ho avuto un vuoto di circa 15 minuti) di sapere qualcosa, qualsiasi cosa, in più su quello che mi sarebbe successo, una parte di me aveva già deciso dove andare.
Békéscsaba.
Békés-Csaba.
Csaba è un nome di persona, precisamente il nome del figlio del re Atilla, l'ultimo re unno.
Békés invece significa "tranquillo".
Tranquillo.
In italiano ho sempre amato il suono di questa parola, così dolce e lenta. Sembra che ti culli e ti dica "tu rallenta, ci penso io".
E anche Békéscsaba ti dice la stessa cosa, con le strade grandi, gli alberi spogli, i tramonti autunnali infiniti o i cieli grigi di questo fantastico inverno.
Tutto qui ti invita a sorridere, a essere felice, a rilassarti.
Just slow down and enjoy your life. You can.


sabato 19 gennaio 2013

Je fais de toi mon essentiel, ce que j'aimerais plus que personne.

Tudom, hogy nem irtam semmit az elmùlt hetekben de nem jòl voltam. Beteg voltam és nagyon szomorù is.
Lo so che non ho scritto niente nelle settimane scorse ma non stavo molto bene. Sono stata malata ed ero anche molto triste. (Diciamo che la crisi di gennaio l'ho sentita per bene)

Non so bene da dove cominciare, ci sono state tantissime cose in queste due settimane.
Sono stata malata due volte, ho passato dei giorni davvero di merda, però la dottoressa è stata tanto gentile.

Avevo in programma di andare a vedere "Les Miserables" con le mie compagne di classe, ma alla fine sono andate l'ultimo giorno di proiezione senza di me, perchè ero ancora malata.

Venerdì sera sono uscita con i ragazzi turchi, Orhan e Buse, e credo sia stata l'uscita migliore tra exchanges fino ad ora. Eravamo in un certo modo "intimi", con lo stesso modo di pensare, di discutere, di intendere una serata al bar. Ho scoperto di aver tantissime cose in comune con Orhan, possiamo parlare praticamente di qualsiasi argomento.
Il giorno dopo sono uscita con Ati ed i suoi amici.
Mentre andavamo al centro nevicava. La neve di notte è bellissima, sembra che le stelle cadano dal cielo.
E' stata una bella serata che però non è finita nel migliore dei modi, anzi...
Sono anche andata ad una lezione di aikido, arti marziali. L'intenzione era guardare, ma l'istruttore ci ha convinti a fare gli esercizi. Un bambino di un metro e venti mi ha buttato a terra in tre nanosecondi, facendomi battere la testa così forte da farmi girare la testa per mezz'ora. Ignorando questo particolare, anche se dopo tre giorni mi fa ancora male il collo, è stato divertente.
Nell'ultima lezione di ungherese abbiamo fatto una fotografia con una scritta per la ragazza colombiana che arriverà tra qualche settimana.
Finalmente oggi c'è tanta neve. Non nevicava da prima di Natale, se escludiamo un giorno mentre ero malata, e quindi non me la sono potuta neanche godere.
Dato che ho in mente da un bel po' una cosa intelligente da scrivere (a volte succede anche a me!) chiudo qui questo post di "scuse".
Che poi, interesserà a qualcuno??

giovedì 3 gennaio 2013

The hardest part of ending is starting again!

Anche il primo dell'anno è passato e io sono anche già tornata a scuola.
La giornata è cominciata con Ati che mi sveglia prestissimo, tipo prima delle 7, quando il bus passa solo alle 7:30. Per di più ero convinta che volesse svegliarmi buttandomi dell'acqua in faccia quando invece era solo la sua mano (deliri mattinieri!)
Arrivati a scuola io vado al bar per comprare la colazione e poi salgo in classe. Peccato che quando apro la porta non c'è assolutamente nessuno anche se sono già le 8.
Aspetto un po', poi decido di andare a controllare giù se ci sia qualche cambio di aula. Niente. Cerco la classe di mio fratello. Anche qui non c'è nessuno.
Alla fine busso alla sala dei prof ed esce una professoressa che capisce l'inglese: le spiego che non so che fine abbia fatto la mia classe ne tanto meno quella di mio fratello.
Lei va a prendere il foglio delle classi, mi dice che la classe di mio fratello dovrebbe fare inglese la prima ora e allora capisco. Oggi non è mercoledì ma giovedì!
Mi precipito nell'altro edificio dove di solito abbiamo lezione di inglese. Neanche qui nessuno. Ritorno nella hall, chiedo, questa volta in ungherese, all'unica signora che c'è se sa dove sia la classe di inglese, lei mi dice l'aula, quella in cui ogni santo giovedì abbiamo lezione, quella che non ricordo mai!
Quando entro la prof mi guarda con una faccia strana, mio fratello mi chiede se ho controllato il mio telefono, ma quello è spento 5 giorni su 7.
Il nuovo argomento è "the body beautiful", come se la prof sapesse che mi considero una cicciona e volesse farmi capire per bene che il mondo intero è d'accordo con me. Quindi oltre ad annoiarmi a morte, dato che metà della conversazione è in ungherese, comincio anche a deprimermi.
Il mio proposito di usare di più l'ungherese se ne va a puttane a braccetto con il mio buonumore.
Nel break tra inglese e religione incontro la mia classe, ma nessuno mi calcola davvero, tutti presi a raccontarsi chissà cosa. Le ore passano lentamente, in quella di religione il prof mi chiede che lavoro facesse Matteo l'evangelista, dopo averci riflettuto dico che faceva l'esattore delle tasse, nell'ora di media mi addormento per almeno dieci minuti, in quella di storia , finalmente su di morale, studio un po' di ungherese.
All'uscita incontro Pao-lin, la belga, che mi chiede se voglio fermarmi a prendere una cioccolata calda con lei. Senza pensarci due volte dico di si, così va a farsi fottere anche il proposito della dieta, diciamo che quando prendo una decisione la rispetto, no?
Per la strada incontriamo Ati con i suoi amici, tra cui un ragazzo a cui piaccio a detta di Ati e Attila (con quale coraggio vorrei sapere) e allora Ati comincia a dire ad altissima voce che dovrei invitare lui a venire con noi al bar, cosa che mi ha fatto vergognare un po'.
Ci fermiamo al Csaba Center, dove fanno la cioccolata calda migliore del mondo, parliamo un po' dei nostri progetti, e mi stupisco sempre di quanto io assomigli più a Gain che è thailandese piuttosto che a lei che è belga.
Alla fine torno a casa, guardo un po' "Így jártam anyátokkal" (How I met your mother) e mi rendo conto che capisco sempre di più, poi arriva Ati con il faccino innocente di quando vuole mangiare qualcosa di mio. Questa volta era un puffancs, un panino semi dolce. All'inizio dico di si, dato che non avevo neanche fame. Poi quando scendo giù trovo le patatine fritte e la mostarda sul tavolo come a dirmi "dovrai pur mangiare qualcosa oggi, perchè non noi?". Così mi prendo il mio puffancs, anche se Ati mi aveva dato già l'abbraccio di quando gli lascio mangiare qualcosa di mio. Dopo aver mangiato il puffancs galeotto e guardato una puntata di The office con Ancsa e Ati ho fatto una delle cose più stupide del mondo.
Cosa c'è infatti di peggio, quando già ci si sente una schifezza, di andare a leggere i blog di exchanges sconosciuti sparsi per il mondo?
Allora leggo di una ragazza con dei capelli ricci bellissimi, (anche i miei lo erano, ma da qualche tempo hanno deciso di venire fuori in un modo riccio strano e obbrobrioso)  e del suo fidanzato americano tutto coccole e abbracci e del loro capodanno insieme. Poi in un altro c'è la descrizione della scuola super figa e dei compagni super fantastici di un'altra ragazza sempre negli States, con tanto di didascalia sul musical "Notre Dame de Paris" che stanno guardando in francese, quando qui noi nell'ora di tedesco prima di Natale guardammo un film, "The help", in ungherese, e metà della classe era fuori l'aula oppure giocava col cellulare.
Amore e scuola, ma vado a cercarmele con lanternino?
Quando stavo in Italia avevo una classe fantastica, avevo conosciuto le persone migliori tra quei banchi. Avevamo le stesse idee, pensavamo in simbiosi, la scuola era davvero piacevole, sicura di trovare tutto quello di cui avevo bisogno.
Quando stavo in Italia avevo anche un ragazzo, con cui sono letteralmente cresciuta. Ci siamo conosciuti quando avevo 13 anni e da allora non ci siamo più lasciati, fino a qualche mese fa, quando ho deciso di lasciarlo, perchè alla fine siamo troppo diversi.
Lo so bene che è la scelta giusta, che per un giorno che stavamo bene passavamo una settimana a litigare, ma quando la sera mi metto nel letto, anche dopo una bella giornata a scuola, anche dopo aver riso e scherzato con Ati, anche dopo tutto, allora mi manca, mi manca sapere che c'è qualcuno che mi aspetta, che è pronto a sentire tutta la mia giornata, che anche in pigiama e una faccia cadaverica mi dice che sono bellissima. Mi manca essere unica per qualcuno.

martedì 1 gennaio 2013

Benvenuto 2013!

  Caro 2013
io non so bene cosa dirti. Quest'anno è stato il migliore della mia vita, ho finalmente realizzato il mio più grande sogno. Sono all'estero, e per arrivare qui ho combattuto e combatto ogni giorno "che la vita è sempre forte molto più che facile" ed ora non potrei chiedere niente di più. Quindi fai un po' tu. Io resto qui e tengo botta. Tanto so che "il meglio deve ancora venire!"