martedì 26 febbraio 2013

Do you hear the people sing, singing the song on angry men?

Csütörtökön megnéztem "A nyomorultak".
A legjobb film 2012-ben.
A történet egy emberröl szól, Jean Valjean, aki lopott egy darab kenyeret mert éhezett. 19 év börtönben utàn, végül szabad lett.
De a társadalom nem segìt és ezért lop mégegyszer egy paptòl aki, pedig, megbocsàt neki.
Jean Valjean egy ùj eletet kezd, de Javert, a rendőr, nem hiszi hogy az ember változhat.
Jean Valjean módosítja a nevét Madeleine ùrra és segìt Cosettenek, egy szegény postituàlt lánynak aki a Thénardiereknél lakik, akik egy rossz pàr.
Együtt boldogan élnek Parizsban.
Évek után Cosette talalkozik Marius Pontmercyvel, egy forradalmárral és szerelmesek lesznek.
A làzadàs közben Jean megmenti Mariust aki tud hozzámegy Cosettehez.
A történet végén Javerte öngyilkosságot követ el és a Jeane békésen hal meg.

A kedvenc karakterem Eponine, Thènardier lànya aki szerelmes Mariusba.
Nagyon szomorù mert az életeben nincs csalàdja és szerelme sem.
Cosette àrva de Jean lesz az apja és Marcus szereti őt, de Eponine még magànyos.
Szomorù voltam Javert miatt is. Ő nem rossz volt, csak tùl szigorù.
Az egèsz film nagyon jò volt, csodàlatos

mercoledì 20 febbraio 2013

Egy kihívás

Non si ci può fermare all'idea che il mondo è questo, il mondo può cambiare.
 Questa frase me la ripeto ogni giorno prima di uscire, quando ho un sorriso smagliante sulle labbra e mi sento pronta a creare il mondo che voglio.
Prima che la realtá mi dia il buongiorno con un uno schiaffo in piena faccia, praticamente prima che arrivi a scuola.
Poche storie, devo ammettere che la scuola qui rappresenta la realtá. tutto quello che non vorrei. L'indifferenza dei compagni di classe, il dito puntato sulla tua diversitá, l´incapacitá di accettare il mondo fuori dall´Ungheria, l'ungherese e quanto piú familiare ci sia per loro.
É qui che lotto ogni giorno, armata della mia diversitá, della mia italianitá.
Perché italiano non é solo la pizza, i gesti di quando parliamo e il rumore che portiamo ovunque andiamo.
Italiana é quella positivitá che ti viene da dentro e inonda tutto quello che hai intorno.
Italiano é quel sorriso che riservi a tutti, perché ti hanno insegnato che il saluto é degli angeli e non bisogna negarlo a nessuno.
Italiana é la tenacia di chi ogni giorno vive al sud Italia, una terra piena di problemi e di risorse e cerca ancora di salvarla, di cambiarla, di valorizzarla.
Italiano é l´ ingegno che usiamo per risolvere i problemi, quando non capisci cosa ti dice la gente.
Italiana é la curiositá di saperne sempre di piú, di conoscere per crescere, non per il test di giovedí.
Italiana é quella parte di me che ogni giorno guarda quella classe che di me proprio se ne frega e pensa: io ce la faró.

eriparole.it/aforismi/vita/frase-176758?f=t:16>

lunedì 18 febbraio 2013

A képesség, hogy azt làssa az ember, amit a többiek nem làtnak, sokkal fontosabb, mint nem làtni azt, amit mindenki làt.

Sono di una pigrizia esagerata. Ecco perchè invece di scrivere ho ben pensato di fare un video per parlare del mio fine settimana a Budapest. Enjoy it!


Sabato


















Foto "thailandese" alle 8 di mattina nell'Arena Plaza vuota.


           
 










L'interno del ristorante messicano. La foto non rende tantissimo, era un posto figo. Sul serio.



 
 
 




                                                                                       






Il Danubio di notte visto da Margit hìd. Per fare la foto sono stata in piedi su un muretto di pietra sul ponte, molto trasgressiva.






Domenica
                


       
  Questo era il tavolo di lavoro di "vegasztromània", ci sono hamburger vegani, salsicce vegetariane, verdure varie e la marmellata di cipolle.                




Questa è la reazione dopo aver ricevuto l'hamburger. Era buonissimo. Sul serio.  










Panino vietnamita pieno di verdure mangiato al "Funky pho".



Cucina fancy. Dolce che non so dire che gusto avesse dato che non ho potuto assaggiarlo.
La salsa chimi-churri era buona ma non ho una foto.


Cibo etiope. Pollo, verdure, cereali, turo (bleah) e pane. Se l'immagine è bella il sapore era meglio.

 







Carote in un bagno di salsa rosa. Sfido a dire che non è la cosa più strana del mondo, e io l'ho mangiata u.u                                                                                                


Particolare della tavola del thè con Alice.
Il thè alla cannella aveva un odore intenso e un colorito appetitoso, ma il sapore lasciava a desiderare.





 Dulcis in fundo la foto con il cappellaio matto! (nome cercato su google)
Io e Ancsa stiamo ancora pensando se sia ungherese o meno, ci ha parlato in inglese e ungherese, entrambe le lingue con uno strano accento.
E mi ha sorriso. Solo a me. Nel senso, è stato con la faccia da tizio matto tutto il tempo ma a me ha sorriso!



domenica 10 febbraio 2013

Emberek

Tùl sok dolog van, amit akarok meselni.
Ez het vege nagyon jòl volt.
Penteken volt Paolin szulinapja és akkor meglepetés bulit szerveztnak neki.
A nagyobb meglepetés volt hogy Paolin nem volt oda. Ott maradtunk 10-ig de ő nincs.
Nekunk volt egy nagyon jò este de sajnalom hogy Paolin nem volt velunk.

Ci sono tante cose che devo raccontare.
Sabato era il compleanno di Paolin e allora le avevano organizzato una festa a sorpresa.
Ma la più grande sorpresa è stata che Paolin non è venuta, l'abbiamo aspettata fino alle 10 ma lei non è arrivata. 
Per noi è stata una bellissima serata ma sfortunatamente Paolin non era con noi.





Tegnap és ma volt a "Mid-stay camp" Békéscsabàn.
37 cserediàkok és sok önkéntesek.
Talàlkoztam sok emberekkel, mindenki nagyon kedvesek és aranyosak.
Probàltam beszelni magyarul és nem tùl nehèz volt nekem, a csoportom én fordittam a masik fiùknak.
Talàlkoztam egy nèmet fiù, Clemens, aki tudja franciàul és aranyos volt.
És az àzsiai fiùk, nagyon nagyon cuki!


Ieri e oggi c'è stato il "Mid-stay campo" a Békéscsaba.
Eravano 37 exchanges e tanti volontari.
Ho conosciuto tante persone, e tutti erano simpatici e carini.
Ho anche provato a parlare in ungherese e non è stato tanto difficile per me, nel mio gruppo di lavoro traducevo per gli altri ragazzi.
Ho conosciuto Clemens, un tedesco, che parla il francese ed era bellissimo parlare con lui.
E i ragazzi asiatici sono tanto tanto dolci!                                                                                    

 Clemens: Nèmetorszàg
















Satura: Thaiföld



Nagyon boldog voltam amikor talàlkoztam az olasz lanyok. Lehet beszelni olaszul, de most van a furcsa ékezetem.
Van egy lany, Sara, aki Debrecenben lakik és nagyon hiànyzik. A masik lanyok cuki vannak is, de ő az kedvencem!

Sono stata contentissoima quando ho incontrato le altre italiane. Posso parlare italiano anche se ora ho un accento strano.
C'è una ragazza, Sara, che vive a Debrecen e mi manca tanto. Le altre ragazze sono tenere ma lei è la mia preferita!






Sara: Olaszorszàg
 
Delutànban volt egy komoly idő. Csoportokban beszeltunk ezek honapokről, jò és rossz dologok. Utàna mindenki együtt voltunk és volt a vicces idő. 
Mindenkinek volt egy lap a hátán amire kedves dolgokat irtak róla.
Sokat ìrtam ès a lapom egesz volt. 
Egy nagyon jò érzés olvasni jò sòr.
Az este is vicces volt. Elveztem azt!

Di pomeriggio c'è stato un momento serio. Nei gruppi abbiamo parlato di questi mesi, delle cose belle e di quelle brutte.
Dopo eravamo tutti insieme e c'è stato un momento divertente.
Ognuno aveva un foglio dietro la schiena e chi voleva scriveva qualcosa di carino su di te.
Ho scritto tanto e il mio foglio era pieno.
E' davvero una bella sensazione leggere quelle belle cose.
 Anche la sera è stata bella. Me la sono goduta.


Nut: Thaiföld
Mayu: Japan





Ma reggelt esett az hò és jàtszottunk a hòban.
Nagyon jò volt mint mindig.
De tùl rovid volt. Nincs idő: van vizsga.
Nagyon nehèz volt, mindenkinek.
Nem volt a legjòbb dolog nekem, mert benànak éreztem magam.  Az iràsbeli tùl nehèz volt. Kaptam csak  40/60, de a szóbeli elég jò volt: 83/100.
Vizsga utàn az önkéntesek jutalmaztak a legjobb "AFS konyvek". Gain, Ryuji és Emre, török fiù, harmosok voltak. Marisa, egy olasz lany, kettès volt és én voltam az egyes. Nagyon bolgog 
voltam!.


Alice és Lena: Nèmetorszàg


Questa mattina ha nevicato e siamo andati a giocare fuori. E' stato bello come sempre. 
Ma è stato troppo breve. Non c'era tempo: c'è l'esame. E' stato difficile per tutti.
Non è stato il momento migliore per me, perchè mi sono sentita un'idiota. La parte scrittas era davvero troppo difficile. Ho preso solo  40/60, ma la parte orale è andata abbastanza bene: 83/100.
Dopo l'esame i volontari hanno premiato i migliori "libri di AFS".Gain, Ryuji e Emre, un ragazzo turco, hanno vinto il terzo posto. Marisa, una ragazza italiana ha vinto il secondo posto e io ho vinto il primo posto. Sono stata davvero contenta!

Ebed utàn mindenki hazamentek. Szomorù volt mondani "viszlàt" mert nagyon tetszett a cserediàkok.
Egy csalàd vagyunk.
Egy csalàd amit én imadom!

Dopo pranzo siamo tornati tutti a casa. E' stato triste dire "arrivederci" perchè mi piacciono tanto gli exchanges.
Siamo una famiglia.
Una famiglia che adoro!

Ryuji és Kioto: Japan.


lunedì 4 febbraio 2013

Szeretnek egy cimet talàlni.

Tegnap este kimentem a cserediàkokkal.
Velem volt Buse, Orhan, Naomi, az ùj lany Kolumbiàbòl, és Rebeka, Naomi hùga.
New York Sörözőben voltunk.
Ettunk egy pizzàt és én rendeltem mindenkinek.
A sörözőben nem volt sok ember, de volt egy fiù, Geri, akivel talalkoztam SuLinkban. A többi lány nagyon kedvelte őt, és vicces volt amikor vele beszelgettem mindenki csak őt nézte.
Naomi nagyon rendes làny, és sok magyar szòt tud annak ellenére hogy ez csak az első hete itt, Magyarorszagon.
Az este jò volt, Orhan mindig nagyon vicces és Buse a legjobb lany a vilàgon.
Én és Buse maradtunk 9-ig de a többiek hazamentek 8:30kor.
Esett a hò és akkor kimentunk, és csinaltam sok kepet.
Mi imádjuk a havat. Minden nagyon szép.
Probaltam hòpelyhet enni, vicces volt, de utàna vizesek lettünk.
Az este nem volt tùl hosszù de nagyon jò volt.
Ahogy Buse mondta: "It's amazing!"

Ati jegye: 4= (mert cserediàk vagyok)

Ieri sono uscita con gli exchange, Buse e Orhan, la nuova ragazza colombiana Naomi e sua sorella ospitante Rebeka.
Siamo andati in un bar e abbiamo mangiato una pizza. Io  ho ordinato per tutti, in ungherese, è la sensazione migliore del mondo capire tutto quello che qualcuno ti dice.
Nel bar non c'era tanta gente, ma c'era un ragazzo, Geri, che avevo conosciuto allo SuLink e che devo ammettere che è molto carino, anche se è quasi più basso di me.
Comunque tutte le ragazze sbavavano dietro di lui e quando mi ha salutato e ci siamo messi a parlare sonno rimaste con la bava alla bocca a fissarlo.
Naomi è molto simpatica e per essere la sua prima settimana qui in Ungheria conosce tante parole in ungherese.
La serata è stata piacevole tra le stupidaggini di Orhan e le chiacchiere con Buse, è davvero la persona migliore del mondo.
Quando gli altri se ne sono andati, e io e Buse siamo rimaste sole siamo uscite fuori perchè nevicava e abbiamo fatto tante foto. La neve è figa.
Abbiamo pure cercato di mangiare i fiocchi di neve, e sicuramente la gente che passava ci avrà guardato male mentre stavamo a testa in sù con la lingua di fuori.
Ma tanto siamo un po' pazze, sarà l'exchangeness che è in noi, e come dice Buse: "It's amazing"

Bhè si le parole non sono le stesse, ma il concetto è quello.
"Ati jegye" è il voto che mi ha dato Ati dopo aver corretto la parte ungherese, considerando che sono una exchange.

 Buszke vagyok magamra!

domenica 3 febbraio 2013

Kerek egy kepet Pistaval

"Egy diaki oda vissza jegyet Pestre kerek!"
("Vorrei un biglietto studenti andata e ritorno per Budapest")
Alle 8:10 è cominciata così la mia giornata ieri.
Un biglietto e una destinazione: la capitale!
Non è stata la prima volta che sono andata lì, ma questo viaggio è stato pieno di "prime volte" e di traguardi.
Il traguardo di comprare un biglietto da sola in ungherese, e dire in modo decente "jegyet".
La prima volta che viaggio completamente sola.
La prima volta che parlo con uno sconosciuto senza che debba ripetere o spiegare in inglese perchè mi capisce perfettamente. 
Il traguardo di guardare tre episodi di NCIS in inglese nelle due ore e mezza di treno.
Arrivo alla stazione Keleti a Budapest e trovo Bence lì che mi aspetta.
Non so bene che lingua parlare, provo con l'ungherese ma lo mischio con l'italiano e linglese.
Piove, ma non sono quattro gocce d'acqua a fermarci. 
Prima tappa: via Pàl. Quella del libro.
In realtà non c'è molto da vedere. 
La strada è abbastanza piccola e ci sono i soliti palazzi antichi.
Ma quella che cerchiamo non è proprio via Pàl bensì via Pràter, dove c'è una statua dedicata ai ragazzi della via Pàl.
La statua è bellissima, sembra che i bambini siano reali.


Sono le 12 ed abbiamo fame. Piove e rifugiarsi al caldo non è un'idea così malvagia.
Seconda tappa: Istanbul etterem. Ristorante turco.
I tavoli sono bassi e ci si siede sui cuscini per terra.
Ordiniamo il gyros e un narghilè.
Il gyros, che è la carne del kebab, era buonissimo. C'era carne di agnello e bue, riso, insalata, pomodori, della verdura viola e la pita. Ed ovviamente la salsa bianca. Anche il narghilè ha un sapore particolare e gradevole, melone se ricordo bene.
Dopo un ora lì decidiamo che è ora di andare.



Terza tappa: Hősök tere, La piazza degli eroi.
Al centro della piazza c'è la statua di Arpad, il capo della tribù che si insediò nel territorio che oggi è l'Ungheria nell'896.
Tutto intorno invece ci sono le statue di tutti i re ungheresi. 
Il primo è Szent Istvàn kiràly, re Stefano santo, il mio re preferito. 
Poi c'è Szent Làszlò kiràly, suo figlio. 
Tra tutti gli altri che c'erano ricordo anche Matyas kiràly, il re giusto.
La piazza è stata costruita nel 1896, durante il millenario dell'insediamento della tribù di Arpad.







Quarta tappa: Szent Istvàn bazilika, la basilica di Santo Stefano.


Quando siamo arrivati mi sono resa conto di averla già visitata, quindi abbiamo scattato qualche foto da fuori e poi abbiamo continuato a camminare. Mentre camminavamo abbiamo trovato un'altra statua, quella di un poliziotto credo.

Abbiamo fatto un sacco di foto stupide, e un sacco di gente ci guardava con una faccia strana e divertita, ma tanto siamo exchanges!
I viali di Budapest sono bellissimi, gli edifici sono così eleganti che la pioggia e il cielo grigio non possono intaccare la loro bellezza.
Per strada poi ci sono pochissimi turisti, forse per il mal tempo.
Finalmente arriviamo sul Danubio. 
Il Danubio è il confine tra Buda, la città antica, e Pest, la città moderna. Fino ad ora eravamo rimasti a Pest. Per arrivare a Buda dobbiamo attraversare uno dei tanti ponti che collegano le due parti della città.



Quinta tappa: Lánchíd, il ponte delle catene.
Lo attraversiamo a piedi anche se potremmo prendere un bus. 
All'entrata del ponte ci sono due leoni, e la leggenda narra che lo scultore dopo aver terminato le sculture si rese conto di essersi dimenticato di fare la lingua e per questo si buttò nel Danubio, dove morì.
Al centro del ponte c'era un vento fortissimo e ci siamo bagnati tantissimo.
Poi però siamo arrivati e siamo saliti fino sulla collina.


Sesta tappa: Budai vàr, il castello di Buda.
Devo ammettere che da lontano è molto più bello perchè si vede l'insieme e quindi è molto scenografico.














Poi però andiamo nel mio posto preferito.
Settima tappa: halászbástya, il bastione dei pescatori.
Qui incontriamo un tizio strano, un italo-cileno leghista che non se ne vuole più andare, poi però quando finalmente si scolla mi godo il paesaggio.
E' il posto più bello che ho visto fino ad ora, e credo che lo resterà.
Per scendere dalla collina prendiamo un bus che profuma di arancia, e se penso che non ho pagato neanche il biglietto per salirci mi sento davvero fortunata.
E' metà giornata e siamo abbastanza stanchi.
Decidiamo di entrare in un bar per prendere una cioccolata calda e registrare un video per i nostri amici in Italia. Entriamo in un bar random che però non ha la cioccolata ma solo vino caldo. Quindi andiamo da un'altra parte.

Ottava tappa: bar random a Buda, dove beviamo una cioccolata calda che fa pena, praticamente latte e cacao. Facciamo il video anche se è davvero buio e quindi non si vede molto, però è divertente.
Poi torniamo a Pest, il ponte illuminato è bellissimo, magico.
Il mio tempo sta quasi finendo, tra meno di due ore devo tornare alla stazione.
Nona tappa: Szendvicshàz, la casa dei sandwich.
Ci sono stata con mia sorella e i panini sono buonissimi, anche questa volta prendo il panino al pollo con miele e mostarda.
Ultimissima ora, dove si va? 
Decima tappa: Arena Plaza. Il centro commerciale. Andiamo in libreria e compro il secondo volume di "Simple hungarian" il libro che uso per migliorare l'ungherese.
Trovo anche l'ultimo libro di Kenn Follett in inglese, però costa tantissimo ed è un mattone, quindi non lo prendo, almeno per ora..
E' ora di andare, devo tornare alla stazione.
L'ultimo quarto d'ora lo passiamo sul treno, Bence aspetta con me che il treno parta. Si fa ora, saluto Bence, il treno parte, torno a casa.
E' stata una giornata bellissima, sono distrutta, mangio il panino che ho comprato e poi ascolto un po' di musica. Dopo due ore e mezza arrivo alla stazione di Bekescaba, o almeno lo spero, dato che non ci sono insegne abbastanza grandi e luminose da essere leggibili dal treno. Scendo e non c'è nessuno, mi trovo tra i binari e non so come arrivare dall'altra parte, comincio a camminare e trovo dei signori che stanno caricando dei pacchi sul treno, vedo che devo arrivare dall'altra parte del treno. Risalgo e scendo dal lato giusto.
Ma anche qui è tutto buio e non so dove sia l'uscita, giro un po' e sto per avere un attacco di panico. Ma poi finalmente trovo l'uscita e fuori c'è mamma che mi aspetta, sorridente. "Jò volt?" "Persze!"