("Vorrei un biglietto studenti andata e ritorno per Budapest")
Alle 8:10 è cominciata così la mia giornata ieri.
Un biglietto e una destinazione: la capitale!
Non è stata la prima volta che sono andata lì, ma questo viaggio è stato pieno di "prime volte" e di traguardi.
Il traguardo di comprare un biglietto da sola in ungherese, e dire in modo decente "jegyet".
La prima volta che viaggio completamente sola.
La prima volta che parlo con uno sconosciuto senza che debba ripetere o spiegare in inglese perchè mi capisce perfettamente.
Il traguardo di guardare tre episodi di NCIS in inglese nelle due ore e mezza di treno.
Il traguardo di guardare tre episodi di NCIS in inglese nelle due ore e mezza di treno.
Arrivo alla stazione Keleti a Budapest e trovo Bence lì che mi aspetta.
Non so bene che lingua parlare, provo con l'ungherese ma lo mischio con l'italiano e linglese.
Piove, ma non sono quattro gocce d'acqua a fermarci.
Prima tappa: via Pàl. Quella del libro.
In realtà non c'è molto da vedere.
La strada è abbastanza piccola e ci sono i soliti palazzi antichi.
Ma quella che cerchiamo non è proprio via Pàl bensì via Pràter, dove c'è una statua dedicata ai ragazzi della via Pàl.
La statua è bellissima, sembra che i bambini siano reali.
Sono le 12 ed abbiamo fame. Piove e rifugiarsi al caldo non è un'idea così malvagia.
Seconda tappa: Istanbul etterem. Ristorante turco.
I tavoli sono bassi e ci si siede sui cuscini per terra.
Ordiniamo il gyros e un narghilè.
Il gyros, che è la carne del kebab, era buonissimo. C'era carne di agnello e bue, riso, insalata, pomodori, della verdura viola e la pita. Ed ovviamente la salsa bianca. Anche il narghilè ha un sapore particolare e gradevole, melone se ricordo bene.
Dopo un ora lì decidiamo che è ora di andare.
Terza tappa: Hősök tere, La piazza degli eroi.
Al centro della piazza c'è la statua di Arpad, il capo della tribù che si insediò nel territorio che oggi è l'Ungheria nell'896.
Tutto intorno invece ci sono le statue di tutti i re ungheresi.
Il primo è Szent Istvàn kiràly, re Stefano santo, il mio re preferito.
Poi c'è Szent Làszlò kiràly, suo figlio.
Tra tutti gli altri che c'erano ricordo anche Matyas kiràly, il re giusto.
La piazza è stata costruita nel 1896, durante il millenario dell'insediamento della tribù di Arpad.
Quarta tappa: Szent Istvàn bazilika, la basilica di Santo Stefano.
Quando siamo arrivati mi sono resa conto di averla già visitata, quindi abbiamo scattato qualche foto da fuori e poi abbiamo continuato a camminare. Mentre camminavamo abbiamo trovato un'altra statua, quella di un poliziotto credo.
Abbiamo fatto un sacco di foto stupide, e un sacco di gente ci guardava con una faccia strana e divertita, ma tanto siamo exchanges!
I viali di Budapest sono bellissimi, gli edifici sono così eleganti che la pioggia e il cielo grigio non possono intaccare la loro bellezza.
Per strada poi ci sono pochissimi turisti, forse per il mal tempo.
Finalmente arriviamo sul Danubio.
Il Danubio è il confine tra Buda, la città antica, e Pest, la città moderna. Fino ad ora eravamo rimasti a Pest. Per arrivare a Buda dobbiamo attraversare uno dei tanti ponti che collegano le due parti della città.
Quinta tappa: Lánchíd, il ponte delle catene.
Lo attraversiamo a piedi anche se potremmo prendere un bus.
All'entrata del ponte ci sono due leoni, e la leggenda narra che lo scultore dopo aver terminato le sculture si rese conto di essersi dimenticato di fare la lingua e per questo si buttò nel Danubio, dove morì.
Al centro del ponte c'era un vento fortissimo e ci siamo bagnati tantissimo.
Poi però siamo arrivati e siamo saliti fino sulla collina.
Sesta tappa: Budai vàr, il castello di Buda.
Devo ammettere che da lontano è molto più bello perchè si vede l'insieme e quindi è molto scenografico.
Poi però andiamo nel mio posto preferito.
Settima tappa: halászbástya, il bastione dei pescatori.
Non so bene che lingua parlare, provo con l'ungherese ma lo mischio con l'italiano e linglese.
Piove, ma non sono quattro gocce d'acqua a fermarci.
Prima tappa: via Pàl. Quella del libro.
In realtà non c'è molto da vedere.
La strada è abbastanza piccola e ci sono i soliti palazzi antichi.
Ma quella che cerchiamo non è proprio via Pàl bensì via Pràter, dove c'è una statua dedicata ai ragazzi della via Pàl.
La statua è bellissima, sembra che i bambini siano reali.
Sono le 12 ed abbiamo fame. Piove e rifugiarsi al caldo non è un'idea così malvagia.
Seconda tappa: Istanbul etterem. Ristorante turco.
I tavoli sono bassi e ci si siede sui cuscini per terra.
Ordiniamo il gyros e un narghilè.
Il gyros, che è la carne del kebab, era buonissimo. C'era carne di agnello e bue, riso, insalata, pomodori, della verdura viola e la pita. Ed ovviamente la salsa bianca. Anche il narghilè ha un sapore particolare e gradevole, melone se ricordo bene.
Dopo un ora lì decidiamo che è ora di andare.
Terza tappa: Hősök tere, La piazza degli eroi.
Al centro della piazza c'è la statua di Arpad, il capo della tribù che si insediò nel territorio che oggi è l'Ungheria nell'896.
Tutto intorno invece ci sono le statue di tutti i re ungheresi.
Il primo è Szent Istvàn kiràly, re Stefano santo, il mio re preferito.
Poi c'è Szent Làszlò kiràly, suo figlio.
Tra tutti gli altri che c'erano ricordo anche Matyas kiràly, il re giusto.
La piazza è stata costruita nel 1896, durante il millenario dell'insediamento della tribù di Arpad.
Quarta tappa: Szent Istvàn bazilika, la basilica di Santo Stefano.
Quando siamo arrivati mi sono resa conto di averla già visitata, quindi abbiamo scattato qualche foto da fuori e poi abbiamo continuato a camminare. Mentre camminavamo abbiamo trovato un'altra statua, quella di un poliziotto credo.
Abbiamo fatto un sacco di foto stupide, e un sacco di gente ci guardava con una faccia strana e divertita, ma tanto siamo exchanges!
I viali di Budapest sono bellissimi, gli edifici sono così eleganti che la pioggia e il cielo grigio non possono intaccare la loro bellezza.
Per strada poi ci sono pochissimi turisti, forse per il mal tempo.
Finalmente arriviamo sul Danubio.
Il Danubio è il confine tra Buda, la città antica, e Pest, la città moderna. Fino ad ora eravamo rimasti a Pest. Per arrivare a Buda dobbiamo attraversare uno dei tanti ponti che collegano le due parti della città.
Quinta tappa: Lánchíd, il ponte delle catene.
Lo attraversiamo a piedi anche se potremmo prendere un bus.
All'entrata del ponte ci sono due leoni, e la leggenda narra che lo scultore dopo aver terminato le sculture si rese conto di essersi dimenticato di fare la lingua e per questo si buttò nel Danubio, dove morì.
Al centro del ponte c'era un vento fortissimo e ci siamo bagnati tantissimo.
Poi però siamo arrivati e siamo saliti fino sulla collina.
Sesta tappa: Budai vàr, il castello di Buda.
Devo ammettere che da lontano è molto più bello perchè si vede l'insieme e quindi è molto scenografico.
Poi però andiamo nel mio posto preferito.
Settima tappa: halászbástya, il bastione dei pescatori.
Qui incontriamo un tizio strano, un italo-cileno leghista che non se ne vuole più andare, poi però quando finalmente si scolla mi godo il paesaggio.
E' il posto più bello che ho visto fino ad ora, e credo che lo resterà.
Per scendere dalla collina prendiamo un bus che profuma di arancia, e se penso che non ho pagato neanche il biglietto per salirci mi sento davvero fortunata.
E' metà giornata e siamo abbastanza stanchi.
Decidiamo di entrare in un bar per prendere una cioccolata calda e registrare un video per i nostri amici in Italia. Entriamo in un bar random che però non ha la cioccolata ma solo vino caldo. Quindi andiamo da un'altra parte.
Ottava tappa: bar random a Buda, dove beviamo una cioccolata calda che fa pena, praticamente latte e cacao. Facciamo il video anche se è davvero buio e quindi non si vede molto, però è divertente.
Poi torniamo a Pest, il ponte illuminato è bellissimo, magico.
Il mio tempo sta quasi finendo, tra meno di due ore devo tornare alla stazione.
Nona tappa: Szendvicshàz, la casa dei sandwich.
Ci sono stata con mia sorella e i panini sono buonissimi, anche questa volta prendo il panino al pollo con miele e mostarda.
Ultimissima ora, dove si va?
Decima tappa: Arena Plaza. Il centro commerciale. Andiamo in libreria e compro il secondo volume di "Simple hungarian" il libro che uso per migliorare l'ungherese.
Trovo anche l'ultimo libro di Kenn Follett in inglese, però costa tantissimo ed è un mattone, quindi non lo prendo, almeno per ora..
E' ora di andare, devo tornare alla stazione.
L'ultimo quarto d'ora lo passiamo sul treno, Bence aspetta con me che il treno parta. Si fa ora, saluto Bence, il treno parte, torno a casa.
E' stata una giornata bellissima, sono distrutta, mangio il panino che ho comprato e poi ascolto un po' di musica. Dopo due ore e mezza arrivo alla stazione di Bekescaba, o almeno lo spero, dato che non ci sono insegne abbastanza grandi e luminose da essere leggibili dal treno. Scendo e non c'è nessuno, mi trovo tra i binari e non so come arrivare dall'altra parte, comincio a camminare e trovo dei signori che stanno caricando dei pacchi sul treno, vedo che devo arrivare dall'altra parte del treno. Risalgo e scendo dal lato giusto.
Ma anche qui è tutto buio e non so dove sia l'uscita, giro un po' e sto per avere un attacco di panico. Ma poi finalmente trovo l'uscita e fuori c'è mamma che mi aspetta, sorridente. "Jò volt?" "Persze!"
E' il posto più bello che ho visto fino ad ora, e credo che lo resterà.
Per scendere dalla collina prendiamo un bus che profuma di arancia, e se penso che non ho pagato neanche il biglietto per salirci mi sento davvero fortunata.
E' metà giornata e siamo abbastanza stanchi.
Decidiamo di entrare in un bar per prendere una cioccolata calda e registrare un video per i nostri amici in Italia. Entriamo in un bar random che però non ha la cioccolata ma solo vino caldo. Quindi andiamo da un'altra parte.
Ottava tappa: bar random a Buda, dove beviamo una cioccolata calda che fa pena, praticamente latte e cacao. Facciamo il video anche se è davvero buio e quindi non si vede molto, però è divertente.
Poi torniamo a Pest, il ponte illuminato è bellissimo, magico.
Il mio tempo sta quasi finendo, tra meno di due ore devo tornare alla stazione.
Nona tappa: Szendvicshàz, la casa dei sandwich.
Ci sono stata con mia sorella e i panini sono buonissimi, anche questa volta prendo il panino al pollo con miele e mostarda.
Ultimissima ora, dove si va?
Decima tappa: Arena Plaza. Il centro commerciale. Andiamo in libreria e compro il secondo volume di "Simple hungarian" il libro che uso per migliorare l'ungherese.
Trovo anche l'ultimo libro di Kenn Follett in inglese, però costa tantissimo ed è un mattone, quindi non lo prendo, almeno per ora..
E' ora di andare, devo tornare alla stazione.
L'ultimo quarto d'ora lo passiamo sul treno, Bence aspetta con me che il treno parta. Si fa ora, saluto Bence, il treno parte, torno a casa.
E' stata una giornata bellissima, sono distrutta, mangio il panino che ho comprato e poi ascolto un po' di musica. Dopo due ore e mezza arrivo alla stazione di Bekescaba, o almeno lo spero, dato che non ci sono insegne abbastanza grandi e luminose da essere leggibili dal treno. Scendo e non c'è nessuno, mi trovo tra i binari e non so come arrivare dall'altra parte, comincio a camminare e trovo dei signori che stanno caricando dei pacchi sul treno, vedo che devo arrivare dall'altra parte del treno. Risalgo e scendo dal lato giusto.
Ma anche qui è tutto buio e non so dove sia l'uscita, giro un po' e sto per avere un attacco di panico. Ma poi finalmente trovo l'uscita e fuori c'è mamma che mi aspetta, sorridente. "Jò volt?" "Persze!"
Come promesso, eccomi qui! Budapest sembra una città davvero magica, affascinante e quanto mi pento del fatto che tra le tappe per i viaggi di istruzione di quest'anno non ci sia. Uffa!
RispondiEliminaTu e Bence siete l'amore, ahw. t-t
<3