"No post today."
domenica 9 dicembre 2012
mercoledì 5 dicembre 2012
Szent Mikulàs nap!
Anche oggi ha nevicato, però stavolta era una pioggia fitta, bellissima.
Era come quando scuoti una palla di vetro con la "neve" e poi dopo tutto gira veloce e si posa ovunque.
Per tutta la mattinata sono stata con la testa contro la finestra, so di comportarmi come una bambina stupida, ma che ci posso fare. Durante le pause i bambini giocavano con le palle di neve, un po' li invidiavo perchè io non potevo, ma alla fine è arrivato anche il mio turno.
Dopo scuola infatti sono stata con gli altri ragazzi stranieri per comprare un regalo a Luis, il ragazzo venezuelano che è arrivato a gennaio e che parte la settimana prossima.
L'incontro era nel parco, e quando siamo arrivati anche se aveva smesso da ore di nevicare c'era ancora tantissima neve sul prato e quindi abbiamo "combattuto" un po'.
La mia prima battaglia con le palle di neve.
E' stata esattamente come me la immaginavo, come quella dei film, tutto era perfetto.
Prima che nevicasse avevo paura che la neve vera avrebbe deluso le mie aspettative, che non sarebbe stata così fantastica come speravo. Ma l'Ungheria ha la capacità di rendere tutto fantastico e perfetto.
Dire addio a Luis è stato davvero difficile, non me lo sarei mai aspettata.
In questi tre mesi non abbiamo passato molto tempo insieme, anche perchè siamo completamente diversi.
Ma se ora penso che da lunedì non ci sarà più, bhè, è come se mancasse un pezzo di AFS. Mi salgono le lacrime agli occhi ancora adesso solo a pensarci, sembra quasi un' eresia.
Quando siamo arrivati lui era lì, un po' come un esempio, cosa diventare.
Era anche un po' casa, con il suo modo di comportarsi che mi ricorda tanto i ragazzi italiani (la prima cosa che mi ha detto è stata "mi dai il tuo numero?")
Era Luis, e tutti conoscono Luis.
Ma oggi è il 5 dicembre: San Nicola.
Quando sono tornata a casa quindi ho pulito le mie scarpe perchè San Nicola porta i regali solo a chi ha le scarpe pulite.
Mi è piaciuto tantissimo stare con mia sorella a cercare le macchie sugli stivali.
Credevo di dover aspettare domani per avere la cioccolata quindi sono andata normalmente di sopra senza pensarci più di tanto, ma a quanto pare San Nicola ha cominciato da casa nostra e quindi alle otto mi hanno chiamato e chiesto di scendere.
Le luci erano spente, c'era solo la corona d'avvento con una candela accesa. Su ogni paio di scarpe c'era un pacchetto pieno di cioccolata. E' un po' come il giorno dell'Epifania in Italia, solo esattamente un mese prima. Abbiamo aperto i nostri pacchetti e cominciato a mangiare.
E poi abbiamo cominciato a fare foto. Cioè ho chiesto disperatamente ad Ati e Csabi di fare qualche foto, ma non ho riscosso molto successo.
Tra tutte quelle che mamma ha scattato in questa ci siamo tutti e quattro e sembra quasi che stiamo in posa. Ci sono tutti i miei fratelli, manca Ancsa che è a Budapest e che non vedrò fino a Natale.
Questa foto ha il suo senso, tutti insieme appassionatamente, attaccati, non semplicemente vicini. Letteralmente buttati uno addosso all'altro come veri fratelli.
Ho sempre provato un po' di tristezza per quelle foto con le persone vicine ma lontane, che non si sfiorano, ecco perchè ho aspettato un po' prima di insistere per avere una foto insieme. Questo è quello che voglio ricordare.
E questa sono io super contenta per... per tutto, e il mio fratellone Ati!
Era come quando scuoti una palla di vetro con la "neve" e poi dopo tutto gira veloce e si posa ovunque.
Per tutta la mattinata sono stata con la testa contro la finestra, so di comportarmi come una bambina stupida, ma che ci posso fare. Durante le pause i bambini giocavano con le palle di neve, un po' li invidiavo perchè io non potevo, ma alla fine è arrivato anche il mio turno.
L'incontro era nel parco, e quando siamo arrivati anche se aveva smesso da ore di nevicare c'era ancora tantissima neve sul prato e quindi abbiamo "combattuto" un po'.
La mia prima battaglia con le palle di neve.
E' stata esattamente come me la immaginavo, come quella dei film, tutto era perfetto.
Prima che nevicasse avevo paura che la neve vera avrebbe deluso le mie aspettative, che non sarebbe stata così fantastica come speravo. Ma l'Ungheria ha la capacità di rendere tutto fantastico e perfetto.
Dire addio a Luis è stato davvero difficile, non me lo sarei mai aspettata.
In questi tre mesi non abbiamo passato molto tempo insieme, anche perchè siamo completamente diversi.
Ma se ora penso che da lunedì non ci sarà più, bhè, è come se mancasse un pezzo di AFS. Mi salgono le lacrime agli occhi ancora adesso solo a pensarci, sembra quasi un' eresia.
Quando siamo arrivati lui era lì, un po' come un esempio, cosa diventare.
Era anche un po' casa, con il suo modo di comportarsi che mi ricorda tanto i ragazzi italiani (la prima cosa che mi ha detto è stata "mi dai il tuo numero?")
Era Luis, e tutti conoscono Luis.
Ma oggi è il 5 dicembre: San Nicola.
Quando sono tornata a casa quindi ho pulito le mie scarpe perchè San Nicola porta i regali solo a chi ha le scarpe pulite.
Mi è piaciuto tantissimo stare con mia sorella a cercare le macchie sugli stivali.
Credevo di dover aspettare domani per avere la cioccolata quindi sono andata normalmente di sopra senza pensarci più di tanto, ma a quanto pare San Nicola ha cominciato da casa nostra e quindi alle otto mi hanno chiamato e chiesto di scendere.
Le luci erano spente, c'era solo la corona d'avvento con una candela accesa. Su ogni paio di scarpe c'era un pacchetto pieno di cioccolata. E' un po' come il giorno dell'Epifania in Italia, solo esattamente un mese prima. Abbiamo aperto i nostri pacchetti e cominciato a mangiare.
E poi abbiamo cominciato a fare foto. Cioè ho chiesto disperatamente ad Ati e Csabi di fare qualche foto, ma non ho riscosso molto successo.
Tra tutte quelle che mamma ha scattato in questa ci siamo tutti e quattro e sembra quasi che stiamo in posa. Ci sono tutti i miei fratelli, manca Ancsa che è a Budapest e che non vedrò fino a Natale.
Questa foto ha il suo senso, tutti insieme appassionatamente, attaccati, non semplicemente vicini. Letteralmente buttati uno addosso all'altro come veri fratelli.
Ho sempre provato un po' di tristezza per quelle foto con le persone vicine ma lontane, che non si sfiorano, ecco perchè ho aspettato un po' prima di insistere per avere una foto insieme. Questo è quello che voglio ricordare.
E questa sono io super contenta per... per tutto, e il mio fratellone Ati!
lunedì 3 dicembre 2012
Esik a hò!
Lo so che non dovrei scrivere un post ogni giorno, ma che posso farci se ogni giorno qui è stupendo??

Esik a hò! Oggi ha nevicato.
Papà è venuto a svegliarmi alle otto per dirmi che nevicava, in cinque secondi sono andata a mettermi le lentine e ho aperto la finestra.
La prima neve della mia vita!
Era tutto bianco. Dal cielo cadevano dei batuffoli di neve. Erano leggerissimi e volteggiavano nel cielo per molto tempo prima di posarsi per terra.
Alla finestra della mia stanza c'è la zanzariera quindi non potevo mettere la mano fuori.
Sono corsa a vestirmi e non vedevo l'ora di uscire per toccare la neve.
Quando sono scesa da qualunque finestra mi affacciassi vedevo solo una pioggia bianca.
Il giardino era davvero magnifico, però non sono potuta uscire fuori a fare altre foto perchè Maszat, il nostro cane pazzo, mi avrebbe combinato una schifezza.

Ho convinto Ati ad uscire cinque minuti prima per fare altre foto. Ero eccitata come una bambina piccola, non la smettevo di gridare per la contentezza.
Ho camminato per tutto il viale con la lingua di fuori per raccogliere un fiocco di neve.
Mio fratello mi guardava con una faccia strana, ma alla fine credo che abbia imparato a conoscermi, e quando sono contenta perdo completamente il controllo.
Tutto era pieno di neve, bianco, freddo e morbido.
Dopo un po' la neve ha cominciato a posarsi sui capelli, alcuni fiocchi erano perfetti, come quelli che disegnavamo a scuola.
Erano diversi da quelli che avevo visto dalla finestra, che somigliavano più allo zucchero filato.
Mi sono resa conto che i guanti bianchi che avevo trovato in casa non erano l'ideale, perchè non si possono vedere i fiocchi di neve.
In compenso si vedevano benissimo sui miei capelli.
Quando siamo scesi dal bus (da Ati: sajt) c'era il vento che mi spingeva tutta la neve in faccia, era una strana sensazione, piccoli pezzetti di ghiaccio che si sciolgono sulla pelle. Non come la pioggia, proprio come la neve.
L'ultima cosa che ho visto prima di entrare a scuola è stato l'albero di Natale davanti al teatro, addobbato e coperto di Neve, il sogno di tutti i bambini, e anche il mio.
Dopo tutto questo tempo sotto la neve, tra vento, acqua e freddo, mi è venuto un mal di testa terribile, e sono tornata a casa prima. Quando sono uscita aveva smesso di nevicare, e quella della mattina si era quasi tutta sciolta.
Alle sei però sono andata alla scuola di musica perchè mi sentivo meglio e ha nevicato di nuovo.
Questa volta era una pioggia leggera, al punto da non sentirla, ma se alzavi gli occhi nelle vicinanze di un lampione non potevi che restare a bocca aperta.
La neve danzava nel cielo, tanti puntini bianchi in un mare blu.
Sono rimasta il più tempo possibile con la testa in sù per guardare, dato che era impossibile catturare quell'immagine in una foto.
Non so come chiudere questo post, non mi piace lasciarlo così, ma non ho idee quindi... Sajt!
Esik a hò! Oggi ha nevicato.
Papà è venuto a svegliarmi alle otto per dirmi che nevicava, in cinque secondi sono andata a mettermi le lentine e ho aperto la finestra.
La prima neve della mia vita!
Era tutto bianco. Dal cielo cadevano dei batuffoli di neve. Erano leggerissimi e volteggiavano nel cielo per molto tempo prima di posarsi per terra.
Alla finestra della mia stanza c'è la zanzariera quindi non potevo mettere la mano fuori.
Quando sono scesa da qualunque finestra mi affacciassi vedevo solo una pioggia bianca.
Il giardino era davvero magnifico, però non sono potuta uscire fuori a fare altre foto perchè Maszat, il nostro cane pazzo, mi avrebbe combinato una schifezza.

Ho convinto Ati ad uscire cinque minuti prima per fare altre foto. Ero eccitata come una bambina piccola, non la smettevo di gridare per la contentezza.
Mio fratello mi guardava con una faccia strana, ma alla fine credo che abbia imparato a conoscermi, e quando sono contenta perdo completamente il controllo.
Tutto era pieno di neve, bianco, freddo e morbido.
Dopo un po' la neve ha cominciato a posarsi sui capelli, alcuni fiocchi erano perfetti, come quelli che disegnavamo a scuola.
Erano diversi da quelli che avevo visto dalla finestra, che somigliavano più allo zucchero filato.
Mi sono resa conto che i guanti bianchi che avevo trovato in casa non erano l'ideale, perchè non si possono vedere i fiocchi di neve.
In compenso si vedevano benissimo sui miei capelli.
Quando siamo scesi dal bus (da Ati: sajt) c'era il vento che mi spingeva tutta la neve in faccia, era una strana sensazione, piccoli pezzetti di ghiaccio che si sciolgono sulla pelle. Non come la pioggia, proprio come la neve.
L'ultima cosa che ho visto prima di entrare a scuola è stato l'albero di Natale davanti al teatro, addobbato e coperto di Neve, il sogno di tutti i bambini, e anche il mio.
Dopo tutto questo tempo sotto la neve, tra vento, acqua e freddo, mi è venuto un mal di testa terribile, e sono tornata a casa prima. Quando sono uscita aveva smesso di nevicare, e quella della mattina si era quasi tutta sciolta.
Alle sei però sono andata alla scuola di musica perchè mi sentivo meglio e ha nevicato di nuovo.
Questa volta era una pioggia leggera, al punto da non sentirla, ma se alzavi gli occhi nelle vicinanze di un lampione non potevi che restare a bocca aperta.
La neve danzava nel cielo, tanti puntini bianchi in un mare blu.
Sono rimasta il più tempo possibile con la testa in sù per guardare, dato che era impossibile catturare quell'immagine in una foto.
Non so come chiudere questo post, non mi piace lasciarlo così, ma non ho idee quindi... Sajt!
domenica 2 dicembre 2012
"Hol laksz?" "Koszecz csalàdnal" "Aaah Kristof?" "Nem Atilla!"
Ho cominciato questo post ieri sera, ma tra uno scherzo e l'altro il mio fratellone mi ha tenuta occupata tutta la serata fino al mettersi a fare il dongiovanni con le mie amiche italiane dal mio computer fino all'una di notte.
Ma non mi va di cambiare oggi con ieri. Quindi..
Anche oggi è stata una bella giornata. Mi sono svegliata tardissimo, era quasi mezzogiorno.
A pranzo c'erano le palacsinta, le crepes ungheresi, dietro mio suggerimento le abbiamo condite con nutella e granella di nocciole e zucchero, erano una bomba calorica!
Di pomeriggio sono andata in centro con Gàbor. Avevo bisogno di parlare a ruota libera. Dei progressi, dei problemi, dell'Italia e dell'Ungheria.
Abbiamo parlato delle tradizioni di Natale, del cenone della vigilia che comincia alle 7 di sera e continua fino a mezzanotte, delle giornate passate in cucina per preparare tutto, del Natale che ha passato in Lituania e di quello che passerò io in Ungheria.
Di San Nicola che il 5 dicembre porta i regali nelle scarpe dei bambini buoni, e di Gesù bambino che invece li porta il 25 dicembre.
Dei piatti italiani a base di pesce e del Màkos beigli
ungherese, una pasta arrotolata condita con semi di papavero. L'abbiamo anche mangiata al bar, insieme a Kokusz forró csokoládé, cioccolata calda al cocco.
Abbiamo parlato del "Szekesfehervar Mikulàs Party" a cui parteciperemo questo week-end, dei progetti del centro locale. Di quanto sia cambiato nell'ultimo anno, di tutti i nuovi volontari, di noi ragazzi.
Dopo un'infinità di chiacchiere siamo andati al cinema perchè proiettavano un film in italiano: "Terraferma"
Era un film d'arte, uno di quei film bellissimi ma che difficilmente andresti a vedere.
Figuriamoci se poi non è nella tua lingua... sì, sto cercando di dire che eravamo gli unici due.
Il film mi è piaciuto, parlava di una piccola isoletta siciliana alle prese con gli sbarchi dei clandestini.
Tutto quel mare, i gabbiani, mi hanno fatto mancare un po' l'Italia. Ma solo un po'.
Dopo il film abbiamo passeggiato un po' per la strada pedonale dove ci sono già le casette di legno per il mercatino di Natale che inizia domani. Faceva freddissimo, ma grazie alla mia sciarpa nuova me lo sono potuto godere.
Mentre aspettavo il bus per tornare a casa ho fatto questa foto "guardalamiasciarpafiga"
Che per di più si intona benissimo con il cappello.
Sono davvero entusiasta di questa sciarpa, ne ho sempre voluta una!
Di sera, come ho già detto, sono stata come al solito con mio fratello, e ho fatto una figuraccia.
Praticamente ogni volta che mi chiedono in che famiglia sia ospitata io rispondo "Koszecz" e loro "Kristof?" e io "Nem, Atilla". Quindi ieri ero curiosa di vedere chi fosse questo Kristof.
Digito il nome su Facebook e mi ritrovo il ragazzo figo che avevo visto a scuola! Comincio a guardare lo schermo e poi Atilla, e alla fine dico "perchè non è lui mio fratello?".
Ati si è un po' arrabbiato, ma alla fine ci abbiamo riso su. Tra una chiacchiera e l'altra ci siamo messi a chattare con delle mie amiche in Italia, il tempo di imparare i loro nomi e già si è buttato per una cosa a tre.
E' stato divertente, e devo ammettere che me lo sarei goduto di più se non fosse stata l'una di notte e non avessi avuto un sonno assurdo.
Ma non mi va di cambiare oggi con ieri. Quindi..
Anche oggi è stata una bella giornata. Mi sono svegliata tardissimo, era quasi mezzogiorno.
A pranzo c'erano le palacsinta, le crepes ungheresi, dietro mio suggerimento le abbiamo condite con nutella e granella di nocciole e zucchero, erano una bomba calorica!
Di pomeriggio sono andata in centro con Gàbor. Avevo bisogno di parlare a ruota libera. Dei progressi, dei problemi, dell'Italia e dell'Ungheria.
Abbiamo parlato delle tradizioni di Natale, del cenone della vigilia che comincia alle 7 di sera e continua fino a mezzanotte, delle giornate passate in cucina per preparare tutto, del Natale che ha passato in Lituania e di quello che passerò io in Ungheria.
Di San Nicola che il 5 dicembre porta i regali nelle scarpe dei bambini buoni, e di Gesù bambino che invece li porta il 25 dicembre.
Dei piatti italiani a base di pesce e del Màkos beigli
ungherese, una pasta arrotolata condita con semi di papavero. L'abbiamo anche mangiata al bar, insieme a Kokusz forró csokoládé, cioccolata calda al cocco.
Abbiamo parlato del "Szekesfehervar Mikulàs Party" a cui parteciperemo questo week-end, dei progetti del centro locale. Di quanto sia cambiato nell'ultimo anno, di tutti i nuovi volontari, di noi ragazzi.
Dopo un'infinità di chiacchiere siamo andati al cinema perchè proiettavano un film in italiano: "Terraferma"
Era un film d'arte, uno di quei film bellissimi ma che difficilmente andresti a vedere.
Figuriamoci se poi non è nella tua lingua... sì, sto cercando di dire che eravamo gli unici due.
Il film mi è piaciuto, parlava di una piccola isoletta siciliana alle prese con gli sbarchi dei clandestini.
Tutto quel mare, i gabbiani, mi hanno fatto mancare un po' l'Italia. Ma solo un po'.
Dopo il film abbiamo passeggiato un po' per la strada pedonale dove ci sono già le casette di legno per il mercatino di Natale che inizia domani. Faceva freddissimo, ma grazie alla mia sciarpa nuova me lo sono potuto godere.
Mentre aspettavo il bus per tornare a casa ho fatto questa foto "guardalamiasciarpafiga"
Che per di più si intona benissimo con il cappello.
Sono davvero entusiasta di questa sciarpa, ne ho sempre voluta una!
Di sera, come ho già detto, sono stata come al solito con mio fratello, e ho fatto una figuraccia.
Praticamente ogni volta che mi chiedono in che famiglia sia ospitata io rispondo "Koszecz" e loro "Kristof?" e io "Nem, Atilla". Quindi ieri ero curiosa di vedere chi fosse questo Kristof.
Digito il nome su Facebook e mi ritrovo il ragazzo figo che avevo visto a scuola! Comincio a guardare lo schermo e poi Atilla, e alla fine dico "perchè non è lui mio fratello?".
Ati si è un po' arrabbiato, ma alla fine ci abbiamo riso su. Tra una chiacchiera e l'altra ci siamo messi a chattare con delle mie amiche in Italia, il tempo di imparare i loro nomi e già si è buttato per una cosa a tre.
E' stato divertente, e devo ammettere che me lo sarei goduto di più se non fosse stata l'una di notte e non avessi avuto un sonno assurdo.
sabato 1 dicembre 2012
Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere un pò afflitti da varie prove.
Ieri sera un mio amico mi ha detto "domani svegliati contenta".
Non è stato così, la giornata è cominciata male. Ma fortunatamente non è finita peggio.
Stamattina ero ancora arrabbiatissima con la mia classe, soprattutto quando una ragazza ha detto che la colpa è di mio fratello. Ma cosa ne può sapere lui di quello che devo fare io che sto in un'altra classe?
Fortunatamente lo spettacolo di cui abbiamo visto le prove era talmente bello che alla fine mi sono calmata un po'.
Nel pomeriggio sono andata con mamma e Mesi ad un incontro in cui abbiamo fatto le corone dell'avvento.
La signora continuava a ripetere a tutti "nagyon szep" (molto bello).
Tutte le signore che c'erano facevano un "oooh" per ogni parola ungherese che dicevo.
Le candele di cera non sono venute benissimo, però è la mia prima corona d'avvento e nell'insieme mi piace molto.
Questa sera poi sono stata di nuovo all'incontro dei giovani nella chiesa Pentecostale con Angie e Buse, la ragazza turca.
Anche quest'incontro mi è piaciuto tanto.
Soprattutto la "lezione" che ha fatto Rennie.
Ha parlando della dipendenza.
Se vogliamo essere indipendenti siamo soli. All'inizio sentiamo di stare bene, perchè niente al di fuori di noi ci importa, ma questa "felicità" cede presto il posto al nervosismo, alle paranoie, alla paura.
Per stare davvero bene dobbiamo dipendere dagli altri, dalle persone, da Dio.
Mentre Jonathan ci traduceva queste parole ho pensato che tutto questo io l'avevo già capito.
Ero partita con lo scopo di diventare indipendente e poi invece mi ritrovo ad aver ancora più bisogno dell'aiuto degli altri.
Ho bisogno della mia famiglia ospitante per raccontargli i miei piccoli traguardi e le piccole cadute.
Ho bisogno di Gàbor e degli altri volontari per capire come affrontare tutte le esperienze.
Ho bisogno di una classe di cui sentirmi parte, anche se ancora devono capirlo questo.
Ho bisogno di persone, perchè senza di quelle non sono niente, non c'è niente.
giovedì 29 novembre 2012
Vaffanculo.
Spero che questo post non lo legga nessuno, so è che ingiusto ma devo scriverlo.
E' un momento di merda.
Odio i miei compagni di classe.
Odio che anche ora che andiamo d'accordo, che esco con loro, che mi sforzi di parlare in ungherese non mi aiutino.
Non mi dicono cosa succede in classe, non so quando manca un professore, mi passano davanti e non mi avvisano che l'aula della lezione è stata spostata.
Mio fratello è venuto a chiedermi se domani devo andare a scuola, dato che c'è il ballo dei maturandi, e io non so niente.
Perchè nessuno mi dice mai niente.
Vaffanculo, a tutti, a quelli che dal primo giorno hanno deciso di ignorarmi, a quelle che mi sorridono ma che alla fine mi parlano dietro, e anche a quelle che sono gentili e che mi invitano ad uscire.
Vaffanculo a Lidia, la referente della classe che se in una conversazione intera capisco solo "fiori" e "persona" mi dice che mi basta sapere quello.
Vaffanculo.
E' un momento di merda.
Odio i miei compagni di classe.
Odio che anche ora che andiamo d'accordo, che esco con loro, che mi sforzi di parlare in ungherese non mi aiutino.
Non mi dicono cosa succede in classe, non so quando manca un professore, mi passano davanti e non mi avvisano che l'aula della lezione è stata spostata.
Mio fratello è venuto a chiedermi se domani devo andare a scuola, dato che c'è il ballo dei maturandi, e io non so niente.
Perchè nessuno mi dice mai niente.
Vaffanculo, a tutti, a quelli che dal primo giorno hanno deciso di ignorarmi, a quelle che mi sorridono ma che alla fine mi parlano dietro, e anche a quelle che sono gentili e che mi invitano ad uscire.
Vaffanculo a Lidia, la referente della classe che se in una conversazione intera capisco solo "fiori" e "persona" mi dice che mi basta sapere quello.
Vaffanculo.
mercoledì 28 novembre 2012
Alberi, infarti, pizze e letti.
Bhè, da dove cominciare. Non ne ho la più pallida idea.
Vada per un "in media res". Partiamo da oggi, lezione di ungherese con i ragazzi di AFS.
Per la strada ho scattato questa foto. Credo che non ci sia niente di più bello di guardare il cielo tra i rami degli alberi. Normalmente vado alla lezione di ungherese con Pao-lin, la ragazza belga che frequenta la mia stessa scuola, ma oggi non mi sentivo molto bene e quindi non le ho chiesto di incontrarci per andare insieme. Ma dopo aver scattato questa foto mi sono sentita meglio.
La lezione è stata piacevole anche se Gàbor, il mio angelo custode ha detto di dover parlare con me riguardo un "problema".
Mi sono un po' preoccupata, anche se sapevo di non aver fatto niente di male, però dovevo aspettare la fine della lezione per poter discutere.
Finita la lezione siamo rimasti un po' a chiacchierare intorno al tavolo, Gàbor si è avvicinato e mi ha detto che dal semestre prossimo non potrà essere più il mio angelo custode perchè sarà in viaggio per la maggior parte del tempo, e che quindi stavano cercando un altro volontario che potesse rimpiazzarlo. Io avevo le lacrime agli occhi, stavo per scoppiare a piangere, ma in quel momento Ryuji, il ragazzo giapponese, ha spostato la sedia e mi ha schiacciato le dita. "Grazie" a questo incidente tutti hanno pensato che stessi lacrimando per il dolore alle dita. Quando l'attenzione di tutti è ritornata alle loro conversazioni ho quasi implorato Gàbor di restare il mio angelo custode, non mi importava che non fosse a Békéscsaba per tutto il tempo. Allora lui mi ha detto che la notizia di cambiare volontario non era vera, ma che l'aveva detto solo perchè in quel modo avrei accettato più semplicemente il fatto che non sarebbe stato qui tutto il tempo, a causa dei suoi impegni con l'università.
Quei 20 secondi sono stati i più terribili di questi tre mesi.
Però poi tutto è ritornato normale, volevo spaccargli la faccia, ma non avevo sufficiente spazio per alzarmi!
Nel mentre si erano materializzate due pizze.
Nessuno sapeva di chi fossero, nessuno tranne Gàbor.
Le aveva comprate per noi due, per scusarsi di queste due settimane in cui era stato troppo impegnato per passare un po' di tempo con me.
Dite un po' se non è la persona migliore che potesse capitarmi.
Questa giornata è stata bellissima, è cominciata nel letto di mio fratello. EVITIAMO fraintendimenti, ero da sola. Semplicemente il suo letto è comodissimo quindi dato che ieri ha dormito in salotto per vedere un film io ho potuto dormire nella sua stanza.
E' incredibile come in poche settimane siano caduti tutti i limiti che avevamo.
Fino al mese scorso non mi sarei mai aspettata che entrasse nella mia stanza, anche solo per dirmi ciao. Ieri sera, anche se avevo la luce spenta, che è il "signor" limite, è entrato e mi ha detto, io vado giù, perchè non vai a dormire nel mio letto? IL SUO LETTO. L'altro giorno ho dovuto implorarlo per poterci dormire.
Questo però è solo un esempio di tutte le cose fantastiche che stanno succedendo.
Le mie compagne di classe sono molto affettuose, ed esco spesso con alcune di loro. Ieri sono andata a vedere Breaking Down, e cavolo, mi è anche piaciuto!
Dopo siamo andati a mangiare "diòs palacsinta" e io le ho ordinate in ungherese!
Erano davvero buonissime.
Come ultima cosa posto alcune foto che ho scattato in giro, perchè la mia Tut me lo ha chiesto :)

Riflesso del semaforo
nel vetro del bus.
Sembra tanto una foto di un avvistamento anomalo, ma è semplicemente la strada di casa alle 10 di sera.
Vada per un "in media res". Partiamo da oggi, lezione di ungherese con i ragazzi di AFS.
Per la strada ho scattato questa foto. Credo che non ci sia niente di più bello di guardare il cielo tra i rami degli alberi. Normalmente vado alla lezione di ungherese con Pao-lin, la ragazza belga che frequenta la mia stessa scuola, ma oggi non mi sentivo molto bene e quindi non le ho chiesto di incontrarci per andare insieme. Ma dopo aver scattato questa foto mi sono sentita meglio.
La lezione è stata piacevole anche se Gàbor, il mio angelo custode ha detto di dover parlare con me riguardo un "problema".
Mi sono un po' preoccupata, anche se sapevo di non aver fatto niente di male, però dovevo aspettare la fine della lezione per poter discutere.
Finita la lezione siamo rimasti un po' a chiacchierare intorno al tavolo, Gàbor si è avvicinato e mi ha detto che dal semestre prossimo non potrà essere più il mio angelo custode perchè sarà in viaggio per la maggior parte del tempo, e che quindi stavano cercando un altro volontario che potesse rimpiazzarlo. Io avevo le lacrime agli occhi, stavo per scoppiare a piangere, ma in quel momento Ryuji, il ragazzo giapponese, ha spostato la sedia e mi ha schiacciato le dita. "Grazie" a questo incidente tutti hanno pensato che stessi lacrimando per il dolore alle dita. Quando l'attenzione di tutti è ritornata alle loro conversazioni ho quasi implorato Gàbor di restare il mio angelo custode, non mi importava che non fosse a Békéscsaba per tutto il tempo. Allora lui mi ha detto che la notizia di cambiare volontario non era vera, ma che l'aveva detto solo perchè in quel modo avrei accettato più semplicemente il fatto che non sarebbe stato qui tutto il tempo, a causa dei suoi impegni con l'università.
Quei 20 secondi sono stati i più terribili di questi tre mesi.
Però poi tutto è ritornato normale, volevo spaccargli la faccia, ma non avevo sufficiente spazio per alzarmi!
Nel mentre si erano materializzate due pizze.
Nessuno sapeva di chi fossero, nessuno tranne Gàbor.
Le aveva comprate per noi due, per scusarsi di queste due settimane in cui era stato troppo impegnato per passare un po' di tempo con me.
Dite un po' se non è la persona migliore che potesse capitarmi.
Questa giornata è stata bellissima, è cominciata nel letto di mio fratello. EVITIAMO fraintendimenti, ero da sola. Semplicemente il suo letto è comodissimo quindi dato che ieri ha dormito in salotto per vedere un film io ho potuto dormire nella sua stanza.
E' incredibile come in poche settimane siano caduti tutti i limiti che avevamo.
Fino al mese scorso non mi sarei mai aspettata che entrasse nella mia stanza, anche solo per dirmi ciao. Ieri sera, anche se avevo la luce spenta, che è il "signor" limite, è entrato e mi ha detto, io vado giù, perchè non vai a dormire nel mio letto? IL SUO LETTO. L'altro giorno ho dovuto implorarlo per poterci dormire.
Le mie compagne di classe sono molto affettuose, ed esco spesso con alcune di loro. Ieri sono andata a vedere Breaking Down, e cavolo, mi è anche piaciuto!
Dopo siamo andati a mangiare "diòs palacsinta" e io le ho ordinate in ungherese!
Erano davvero buonissime.
Come ultima cosa posto alcune foto che ho scattato in giro, perchè la mia Tut me lo ha chiesto :)

Riflesso del semaforo
nel vetro del bus.
Sembra tanto una foto di un avvistamento anomalo, ma è semplicemente la strada di casa alle 10 di sera.
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