lunedì 31 dicembre 2012

A legjobb pillanatok a 2012-ból.



  • 24 febbraio: chiamo Colle per sapere se sono stata presa. La risposta è affermativa, ho vinto una borsa di studio per un annuale in Ungheria! 

  • 16-17 giugno:  week-end AFS con tutti i ragazzi del centro locale. Due giorni per capirsi, conoscersi e ridere insieme.
  • 20 luglio: concerto di Ligabue a Napoli, "Sotto bombardamento". Il primo concerto della mia vita. Il luogo è perfetto, la compagnia è perfetta, il cantante è perfetto, le canzoni sono perfette!  



  • 23 agosto: arrivo a Roma per il campo finale pre-partenza, il fatidico giorno è arrivato!
  • 24 agosto-31 dicembre: i primi 130 giorni in Ungheria. ogni giorno è stupendo, è nuovo, è strano, è da vivere, è da scoprire, ti chiede coraggio e un po' di pazzia. Qui non è sempre facile, la gente non fa certo la fila per stare con me e resto a casa più volte di quelle che vorrei ma Liga dice "che la vita è sempre forte molto più che facile".


    Ecco, questo 2013 non deve essere migliore, facile, dorato, questo 2013 deve vero.

domenica 30 dicembre 2012

"Bocsànat, nem làtta a kacsàmat? Sàrga volt és hàpogott, azt se mondta jò napot!"

Mi sveglio alle 10:30, dove sono? Ah sì in Ungheria; giorno? 24 dicembre, vigilia di Natale: cosa mi aspetta giù?
Sicuramente non troverò la mia famiglia italiana riunita per preparare il fantastico cenone della vigilia, niente tavola strapiena di cibo, niente radio che manda canzoni natalizie, niente isterismo di mia madre che deve ancora preparare mille cose.
Scendo in cucina, pronta a festeggiare il mio Natale ungherese, ma anche un po' rassegnata perchè in casa non c'è l'aria natalizia che di solito c'è a casa in Italia.
Ed invece giù trovo Ancsa che sta preparando i biscotti per Natale. Farina dappertutto, tavola piena di scodelle, carta forno e teglie sparse per la cucina. Mi si illuminano gli occhi, più di tutto questo per me è Natale, cucinare insieme.
Dopo i biscotti andiamo a decorare l'albero di Natale, che è vero e piccolino. Tra tutte le decorazioni che ci sono in casa decidiamo di mettere solo quelle che hanno la forma di un angelo. C'è quello che ho fatto io con le bucce, quelli di fil di ferro di Ancsa, alcuni di tessuto e altri di carta. Ovviamente non mancano i mezeskalàcs che abbiamo già preparato e decorato.
Penso a tutti gli alberi fatti in questi anni, le corone di popcorn, le caramelle di carta, le palline multicolore  non abbiamo mai pensato ad appendere dei biscotti, quando qui invece è normalissimo.
Quando anche l'albero è finito non ci resta che aspettare la sera per mangiare.
Anche alla cena arrivo senza troppe pretese, ma devo ricredermi. La zuppa di pesce che mangiamo all'inizio è buonissima, la cosa migliore che abbia mangiato da quando sono qui, e che mi ricorda tanto il pesce che cucina la nonna. Il pesce fritto però non è altrettanto buono dato che viene servito freddo con altrettante patatine fritte fredde. Accanto al pesce c'è anche della frutta sciroppata,  le ciliegie sono buonissime. Alla fine apriamo i dolci, quelli che abbiamo cucinato noi e quelli che mamma mi ha mandato dall'Italia.
Dopo la cena, durata il tempo di mangiare l'antipasto in Italia, andiamo in salotto a giocare tutti insieme. Musica natalizia dalle casse del pc, stesi sui cuscini per terra, sgranocchiamo struffoli mentre qualcuno mi traduce le regole dei giochi. Mi ritrovo a dover pensare a parole ungheresi che comincino con una specifica sillaba, e mi rendo conto di essere quasi più brava di loro.
Verso le dieci apriamo i regali. 
Questi a fianco sono i miei.
Una borsetta nera ricamata, orecchini e ciondolo di fimo con il simbolo dell'Ungheria e un libro "A Pàl utcai fiùk" cioè "I ragazzi della via Pal", il mio libro preferito! E ora posso leggerlo in lingua originale, essendo l'autore, Molnàr Ferenc, ungherese.
Nel libro c'era anche un bigliettino: "con lots of amore from Koszecz famiglia!" 



Continuiamo a giocare fino a quando non siamo così stanchi da dover andare a dormire.
E' stato un giorno fantastico, diverso, magari strano, sicuramente non l'avrei trascorso così se me ne fossi stata in Italia. 





giovedì 27 dicembre 2012

Elvittem a pandàm a karàcsonyi vàsàrra!

Oggi è il 26 dicembre quindi è ufficialmente finito il mio Natale ungherese.
E' stato molto diverso da quello italiano, ma ugualmente bello!

Il 22 sono andata a Budapest con tutta la famiglia.
Prima siamo andati a vedere il Parlamento, che però era chiuso, e anche mezzo in ristrutturazione.
Poi gironzolando abbiamo trovato due statue bellissime: Attila Jòzsef, un poeta ungherese del novecento, e la "kis kiràlylàny" (la piccola principessa) con la faccia da elfo.
Poi siamo andati al Karàcsonyi vàsàr, il mercatino di Natale, partendo da Vörösmarty tér, una piazza piccola ma molto famosa.
Era un posto davvero magico con tutte quelle casette di legno che vendevano cose natalizie. Mezeskalàcs, forralt bor ( lì ho bevuto il migliore, vino bianco con palinka e frutta) e poi le sciarpe e i cappelli di pelliccia e di lana colorata, i cestini di vimini e gli oggetti di legno, i gioielli di vetro e di fil di ferro, kürtőskalàcs e cioccolata, salsiccie e kenyer langos. Ho comprato qualche regalo e mi sono goduta lo spirito natalizio. Per la serie "le grandi sfortune" sia la mia macchina fotografica che quella di mamma erano scariche quindi ho pochissime foto di quella giornata quindi cercherò di raccontare tante cose così da non dimenticarle: uno dei venditori di mezeskalàcs, Ferenc, era un amico dei miei genitori e ci ha regalato dei biscotti. Era la persona più incredibile che avessi mai visto, era vestito tutto di nero, un po' come quei personaggi "incantati" dei film, aveva i baffi neri arricciati all'insù, gli occhi azzurri ed un cilindro nero.
In giro c'erano tantissimi italiani, ed ogni volta che io ed Ati ne vedevamo uno cominciavamo a fare stupidaggini. Ho sentito anche una napoletana, che con l'accento inconfondibile si lamentava del prezzo altissimo di alcuni quadernetti rilegati.
Ati cercava in modo disperato di capire cosa potesse farmi piacere ricevere per Natale, mi faceva ridere un sacco quando mi guardava con quella faccia strana.
Poi gironzolando abbiamo trovato degli artisti di strada che suonavano degli strumenti stranissimi, il suono era dolcissimo e mi sono incantata.
A metà giornata è arrivata anche Ancsa che poi è tornata a casa con noi.
Prima di prendere il treno siamo passati per il suo appartamento, per strada ci siamo fermati in una libreria perchè volevamo comprare il mio regalo di Natale, però alla fine io ho trovato un libro di grammatica e non mi andava di farmelo regalare, quindi l'ho comprato io. Poi siamo andati in uno dei famosi "pub in rovina" dei posti che dopo la guerra non sono stati ristrutturati ma solo decorati. In uno di questi c'era un mercatino alternativo con delle cose bellissime. Ultima tappa prima di tornare a casa è stata la "Szendvics hàz", un negozio che fa dei panini buonissimi, la prima volta che andai a Budapest comprai un panino con il salame napoletano ed il formaggio che aveva il sapore di casa, questa volta invece ne ho preso uno al pollo con mostarda e miele. Non avevo mai mangiato un panino così buono, solo quello al tonno e mozzarella che prepariamo la vigilia di Natale può tenergli testa!
Quest'anno l'ho saltato, ma ho mangiato altre cose buonissime. Ma di questo ne parlerò domani, o comunque non oggi, sto morendo di sonno!

venerdì 21 dicembre 2012

Én vagyok a legboldogabb làny a világon!

"Dormi va, e svegliati felice, perchè vivrai un giorno che non ha mai vissuto nessun altro prima di te."

Qualche giorno fa ho provato a scrivere un post, ma grazie all'aiuto di Ati è uscito fuori un ammasso di lettere che hanno perso gli ultimi brandelli di senso tre ore dopo essere state digitate.
Ma non ho intenzione di riscriverlo, va bene così.
L'unica cosa che voglio dire è che ho fatto il mio primo pupazzo di neve!
Sabato mattina c'era un programma natalizio nel parco.
Abbiamo decorato il Mezeskalàcs e poi abbiamo fatto degli angioletti da mettere sull'albero di Natale con le bucce di granturco.
Da quando sono qui in Ungheria ho visto tantissime cose fatte di questo materiale. Soprattutto le bambole.
Due settimane fa per esempio ho fatto il "Betlehem készítés‏", praticamente sarebbe la riproduzione della Madonna e di Gesù bambino.
Dopo il programma io e gli altri exchange, Gain, Ryuji e Terai, siamo rimasti a gironzolare per il parco e abbiamo trovato un pupazzo di neve bellissimo.
Così abbiamo deciso di farne uno anche noi.
E' stato divertentissimo, anche se la gente che passava ci guardava con una faccia strana!





























Un'altra cosa bellissima è stato lo scambio dei regali di Natale che abbiamo fatto in classe. Ognuno pescava un biglietto dove c'era scritto il nome della persona a cui dovevamo fare il regalo.
A me è capitata Kata, una delle ragazze con cui mi trovo meglio in classe, mentre un ragazzo, Csaba, ha dovuto fare il regalo per me.
Un cappello a forma di panda e della cioccolata.
Il cappello è stata una sorpresa bellissima, calcolando la capacità dei ragazzi di scegliere un regalo. Ed invece io lo stavo aspettando da tanto.
La cioccolata invece è una tradizione ungherese, qui si usa tantissimo come regalo.




Ultima cosa, non certo per importanza: ho passato il mio esame di ungherese!
Ieri pomeriggio c'è stato il "travel exam", praticamente da oggi posso viaggiare per l'Ungheria da sola, senza che la mia famiglia ospitante debba venire con me.
La prima parte, quella scritta è andata abbastanza bene.
Quella orale invece è stata "strana". Appena entrata mi sembrava di non capire niente, poi però ho cominciato a distinguere le parti importanti da tutte le parole "inutili".
Praticamente mi hanno fatto delle domande sul viaggio, ad esempio ho dovuto chiedere di andare ad un festival al Balaton e dare tutte le spiegazioni.
Oltre alla gaffe per i punti cardinali, di cui non sapevo il nome in ungherese, ho mostrato la mia "educazione ungherese" usando parole come jò napot kivanok (buon giorno), tessek (prego), szeretnek (vorrei) al posto di akarok (voglio), come una personcina educata, quale non sono.
Alla fine Niki, una volontaria, ha detto che era perfetto e che potevo andare, e nel tempo di arrivare al piano terra Gàbor aveva già scritto un post su quanto fosse fiero del mio esame, passato "with confidence"
Sono davvero contenta di essere stata la migliore, perchè hanno detto che sono stata la migliore.
Se il mondo dovesse finire oggi potrei morire contenta!


mercoledì 19 dicembre 2012

Ez mi? Ez a "Title!"


"Buongiorno, principessa! Stanotte t'ho sognata tutta la notte, andavamo al cinema, e avevi quel tailleur rosa che ti piace tanto, non penso che a te principessa, penso sempre a te!"



"E' blu, il cielo è ancora 

blu 

e tu coloralo di più. 

Vai, nella bella 

confusione

milioni di persone,
il mondo è vuoto 
se non ci sei tu."



Un po' mi vergogno a dirlo ma oggi ho finito di vedere per la prima volta "La vita è bella" di Benigni.
Credo sia uno dei film più belli che avessi mai visto.
Dico finito di vedere perchè avevo cominciato ieri pomeriggio, ma tra il pc che ci metteva una vita a caricare il film e Ati che entrava ogni secondo non sono riuscita a finirlo.
Questo film era quello che ci voleva, o forse il mio umore ballerino era quello che ci voleva per questo film.
Fatto sta che "laaaast xmas i gave u my hart but the weri next day u gave it avai thiiiis year to save me from tears i gave to someone special" [e questo è l'angolo di Ati, perchè una cazzata in più non fa mai male]
a deep moment...
          "Martina"
so cristo i was, i so.
fatto sta che ohmmm.. per una volta non mi sono depressa, frustrated, dopo ver visto un film virgola aaa forse sono perche non lo so japanese (o something like that) uhhmm at least you will write stupid  shits
so punto questi giorni sono strani e frustrated dunno why, men sveglio o mattina mmm nem nem pls delete sono strani non sento latmosfera natalizia che ce nitalia oh mio dio, what are u?!
hmmm... tutto cosi strano, *deep breath* ummm. *duck face* crima di comin izé di scrivere eroa quasi si quaizé se non di essere di contenza un blabla si ti meglio they altri giorni. punt. és itt

m-hmm Sara per irregali di natale ceh miano fate in classe coma sara per Boja coma una bambina ungerrese chio conosciuoto si blabla e chio mi sono dosso tantalligreia neither a bit 

ahhaa sooo dat mallegironaza non finiscono mai come comincemo or mai sono sicura che il momoento scifo ci sara ma voui ALLORA DI PENZI che ce quelo semi di mi fratello (me) Ati (alaso me) primo o puoi interblabla nella mio stanza e quindi come fazzo (almost cazzo lol) triste ? e strano se PENZI LOL chia september non mi volgiizéé ne anche lo blabala edóra a felfedező mi ritrovo alle 10 mezza allitigare con lui per cazzarlo (lol cazz again) mia stanza dat qualche volta potra anche farmi incazzara (again dafuq) come forse piu di qualche volta malla fine se mi porta il pane il pomodoro como oppure mi ri fai letto mentre sono in blabla como again be ha é allora mi vuoi allora mi penzZi dat e forse ora sta capendo kualkóza oppure szaró ijo tn dorz capirsi everything!!!! dopo* i forgot oh mio dio  * ma restora sempre il gran calgaCAZZO lol del mio pizza dat quello chen chang chung(dafuq im chinise or what?) pantaluni what was the last sentence? *hahahha cough* "OMG" quello con la faccio da GATTO che da gyi abraci ameta dat hmm potrei continure a parlare (i understood that) fino domani mentre no guardo rachele i still love you dopo aver riso i love the risen chocolate quello chia scritto  END Fine now i want to read Ati lécci

domenica 16 dicembre 2012

Öt nap a világ végéig.

‎"Se il 21 finisse il mondo, da chi correresti? Se davvero fosse l’ultimo giorno della nostra vita, della vita di tutti, da chi andresti? Se non ci fossero più primavere, se non cadesse più la neve, se tutto sparisse, se non potessi ascoltare canzoni d’amore, se non potessi più baciare, se non potessi più dire ciao. Se non potessi più sorridere, con chi sorrideresti per l’ultima volta? Me lo immagino spesso, quando mi chiedo chi sia la persona più importante per me, mi immagino qualcosa di simile alla fine del mondo. Immagino la gente che scende giù dalle automobili e corre verso casa a piedi, mi immagino qualche persona che attende disperata al telefono. Immagino tante coppie abbracciate. Immagino qualcuno che si bacia dolcemente sulle labbra o qualcun altro che si stringe la mano molto forte. Non immagino mai nessuno da solo, in un angolo. Tutti hanno qualcuno. E poi ci sono io, nel mezzo della strada, e questo fa male da immaginare. E penso sempre: io da chi vado? Mi vengono in mente tante persone a cui voglio bene, ma poi penso sempre che loro avranno qualcuno di più importante da salutare per l’ultima volta. E’ triste perché non posso dire di essere solo, ho tanti amici. Ma quando penso a questo, mi viene in mente che non ho nessuno che mi possa considerare la persona più importante del mondo. Se finisse il mondo, io non lo so. Non lo so da chi correrei."


giovedì 13 dicembre 2012

A hò, csak a hò

"A gnora é una parola che deriva da ignorante, ma a gnora sap tutt, sap e fatt e tutt quant.
Sap chi esce a ser e a nott nun ritorn, si tu staj chin e sord oppur chin e corn.
A gnora parl semp, pur quand sta zitt, e si tu fai nu sbaglj, dice "l´aveva ritt".
Ij nun vuless sord, né ciort né salut, nun sai c´avess dat p´avé na gnora nuova."

(La suocera é una parola che deriva da ignorante, ma la suocera sa tutto, sa i fatti di tutti 

sa chi esce la sera e la notte non ritorna, se sei pieno di soldi o pieno di corna
La suocera parla sempre, anche quando sta zitta, e se fai uno sbaglio dice "l´avevo detto"
Io non vorrei soldi,  nè fortuna nè salute, non sai cos´avrei dato, per avere una suocera nuova)

Giuro che stavo cercando una canzone sulla neve, un modo intelligente per cominciare questo post, ma se non mi sputtana Ati ci penso da me.

Mi sono innamorata della neve!
Ogni volta mi stupisce, puó essere cosí diversa ma sempre bellissima.
Ora ce n´é tantissima ed é come una polvere che si posa su tutto.
Sembra la polverina luccicante che usano i bambini per le letterine di Natale. E' incredibile quanto sia luccicante, è così pura, così bianca. Oggi dopo la lezione di ungherese, mentre aspettavo il bus con Ryuji mi sono messa a giocare con la neve. Era "asciutta" e quando la lanciavi per aria poi cadeva come una pioggerellina sottile. Peccato che il vento me la buttava tutta in faccia e alla fine mi sono ritrovata tutta bagnata












Adoro anche camminare sulla neve e affondarci dentro.
Quando vedo un manto bianco ho la voglia irrefrenabile di affondarci con i piedi dentro. Adoro il rumore del giaccio che si sposta anche e i fiocchi che restano attaccati ai pantaloni.
Adoro tutto della neve, adoro che siamo a -15°.
Adoro essere qui in Ungheria.

Adoro che una signora random sul pullman, dopo averle detto "io sono italiana" mi risponde "sono contenta che sei qui in Ungheria!"